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Manifesto: Gli scienziati hanno ragione, la situazione è insostenibile

intervista a Luciano Modica

11/11/2006
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il manifesto

Parla il sottosegretario all'università Modica: «Bisogna trovare i soldi dai 14 miliardi per lo sviluppo»
Cinzia Gubbini
Luciano Modica, sottosegretario al ministero dell'Università e della Ricerca, nonché ex presidente della Conferenza unificata dei rettori italiani, nel 2002, da senatore Ds, plaudì alle minacciate dimissioni della Crui contro i tagli agli atenei della finanziaria Tremonti.
Sottosegretario, e oggi? Si è reso conto che finanziare l'università è difficile?
Il discorso non è questo. Certo che il mondo della ricerca si attendeva di più da questo governo, che ha di sicuro l'intenzione di sostenere questo settore. Ma quest'anno abbiamo scelto una strada difficilissima, che però ci è parsa l'unica possibile, e cioè rientrare in un solo anno nei parametri del patto di stabilità. Una riduzione di spesa colossale, la più grande da quindici anni in qua.
Ma perché la sinistra al governo si impelaga sempre in manovre così pesanti? Lei è d'accordo?
Sinceramente io ho condiviso l'idea di utilizzare il primo anno con il massimo sforzo di risanamento possibile, sperando che nei successivi quattro anni si possa finalmente investire. E' una scelta, non dico che sia ovvia, o obbligata. Io sono stato tra coloro che pur con qualche - lo riconosco - dubbio e preoccupazione ho ritenuto che dovessimo correre l'alea. Però lo voglio dire: in questo quadro il sistema ricerca e università non è stato, finora, tra i più penalizzati rispetto ai sacrifici richiesti ad altri settori del paese. E' che si sono sommati una serie di interventi, in parte della Finanziaria e in parte non.
Come il decreto Bersani, che taglia il 20% dei consumi agli enti pubblici
Esatto. E alla fine questa sommatoria ha caricato le università e soprattutto gli enti di ricerca di una situazione che è insostenibile. Lo dico da uomo di governo, so che è difficile, ma gli enti pubblici di ricerca sono in una situazione letteralmente insostenibile.
E allora?
In questo momento il governo sta riflettendo. E' un questione di priorità: se noi assegniamo, come penso dobbiamo assegnare, all'accrescimento del capitale umano, e all'investimento in innovazione il primo posto delle nostre strategie, dobbiamo trovare uno spazio. E in questa manovra i soldi ci sono: c'è la parte dei tagli, certo, ma ci sono anche 14 miliardi di investimento per lo sviluppo, che sono il nostro fiore all'occhiello, il nostro sforzo per non chiuderci in un banale taglio. Ecco, di questi 14 miliardi basta una percentuale anche relativamente piccola per permettere a università e ricerca di respirare.
Il deputato Ds Walter Tocci sostiene che le risorse sono male allocate, cita i 750 milioni per gli incentivi industriali.
Non so dire se questa è la scelta giusta, ma è una proposta da analizzare con attenzione. A me interessa la sostanza, che condivido: cerchiamo di ripartire meglio, a parità di saldi, i sacrifici. In questo momento il sacrificio richiesto agli enti di ricerca, lo ripeto, è insostenibile.
E per il fondo ordinario di finanziamento delle università?
La finanziaria prevede 94 milioni di euro in più, il problema è che non prevede l'eliminazione del taglio dei consumi intermedi, quindi con una mano diamo e con una mano togliamo. Dunque è chiaro che la somma algebrica è zero o addirittura in negativo
Per non parlare del fatto che riguarderà anche fondi reperiti dagli stessi enti...
Sì, curiosamente si applica anche alle risorse reperite dalle università e dagli enti sul mercato. C'è un po' un'illogicità di fondo. Tra l'altro avrà un effetto pernicioso: spostare la ricerca fuori dall'università, perché quel punto qualsiasi professore o ricercatore bravo per evitare di pagare questa «tassa» del 20% sposterà la sua ricerca presso un ente non universitario.
Ma il governo cosa sta facendo?
Alcune cose le abbiamo ottenute, come il finanziamento del fondo ordinario o l'eliminazione del taglio agli stipendi per i professori più giovani. Ora, non posso dire che le proteste sono utili, ma certo interventi come quelli della senatrice Rita Levi Montalcini, con la sua autorità scientifica, morale e politica, possono aiutare a chiarire la situazione. Sia nell'opinione pubblica, sia presso chi ha proposto le norme. Che forse, in buona fede, non si è reso conto delle conseguenze.


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