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Manifesto: Genitori e docenti delusi da Fioroni

La protesta: il decreto ripristina il tempo pieno ma «solo nei limiti dell'organico di diritto» in forze

06/09/2007
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il manifesto

Giusi Marcante
Bologna
«Un esempio di pubblicità ingannevole». È questa la reazione dell'assemblea delle scuole bolognesi alle prime notizie in arrivo da Roma con il ministro Giuseppe Fioroni che parla di ripristino del tempo pieno. I genitori e gli insegnanti che compongono questo coordinamento nato quattro anni fa per opporsi alla riforma Moratti si aspettavano molto dal cambiamento del governo e adesso sono delusi. Ieri si sono riuniti e sabato prossimo parteciperanno (e interverranno) al convegno indetto dalle organizzazioni bolognesi di categoria di Cgil Cisl e Uil intitolato proprio «La scuola a tempo pieno guarda al futuro» dove sono attesi lo stesso ministro e anche la collega Rosy Bindi. I membri del coordinamento diranno che ben poco è stato fatto per dare sostanza alle parole e che quello sull'operato del governo è «un triste bilancio». A far arrabbiare genitori e insegnanti è soprattutto il fatto che, se da una parte il decreto legge varato ieri in consiglio dei ministri «riconosce il modello a tempo pieno tradizionale» abrogato nel governo Berlusconi, contemporaneamente «stabilisce che esso sarà concesso solo nei limiti dell'organico di diritto dell'anno precedente». Come dire che le parole stanno a zero se non c'è l'investimento economico. Lo scorso marzo in difesa della scuola pubblica e di questa organizzazione dell'orario, proprio a Bologna scesero in piazza alcune migliaia di persone, un corteo nazionale che a quasi un anno di distanza dall'insediamento di un governo che si credeva amico fu un segnale di cui non potevano non tenere conto neanche i sindacati confederali. Romano Prodi disse poi che era alle porte una norma per riconoscere il tempo pieno e soddisfare le richieste. Ma già ad agosto la commissione tesoro e bilancio discutendo del decreto Bersani ter ( dal quale è stata stralciata la parte annunciata ieri dal ministro) aveva obiettato che la spesa era eccessiva introducendo proprio il limite dell'organico di diritto, senza dimenticare che non si faceva minimo accenno alla contitolarità degli insegnati e alle quattro ore di compresenza. «Così a iter concluso nelle vetrine mediatiche il presidente del consiglio dirà di aver ripristinato il tempo pieno, mentre le finanziarie continueranno ad erodere personale docente in nome della compatibilità di bilancio», dice Giovanni Cocchi insegnante del coordinamento mentre per Marina D'Altri che è una mamma quella annunciata dal ministro è «una formula vuota». Il tempo pieno continua ad essere molto richiesto. A Bologna e provincia, anche grazie alla mobilitazione serrata che ha coinvolto il coordinamento e i sindacati, sono state mantenute le 918 sezioni esistenti ma per altre 152, per cui c'era stata la richiesta, la soluzione è quella dei pacchetti di ore. «Con il risultato che per i bambini arrivano ad esserci anche sette, otto figure di adulti di riferimento e la maggioranza sono insegnanti precari», dice Sandra Soster della Flc-Cgil bolognese. «Continueremo a mobilitarci fino a quando il tempo pieno non verrà assicurato per legge a tutti coloro che ne facciano richiesta», ha scritto l'assemblea dopo la riunione di ieri «cioè fino a quando non diventerà un diritto di tutti e non un terno al lotto». E genitori e insegnanti sono andati anche la settimana scorsa alla Festa dell'Unità a ricordare a Fioroni che il programma dell'Ulivo proprio su questo punto è finora largamente inapplicato. Il ministro ha risposto che a breve ci sarebbero state delle novità. Non quelle però che si augurava il movimento cresciuto nella città dove le prime sezioni a tempo pieno nacquero nell'anno scolastico 1968/69 grazie all'intuizione di Bruno Ciari e del suo programma di Mongardino.


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