Manifesto-Gb, la scuola dei ragazzi bravi
Gb, la scuola dei ragazzi bravi Presentata la riforma del sistema scolastico primario: sempre più selettivo e meritocratico ORSOLA CASAGRANDE LONDRA Non sarà una rivoluzione, un cambiamento re...
Gb, la scuola dei ragazzi bravi
Presentata la riforma del sistema scolastico primario: sempre più selettivo e meritocratico
ORSOLA CASAGRANDE
LONDRA
Non sarà una rivoluzione, un cambiamento repentino quanto piuttosto una evoluzione. Sintetizza così l'ambizioso progetto di riforma della scuola superiore il responsabile del gruppo di lavoro che ieri ha presentato la sua prima relazione al governo. Mike Tomlinson ha spiegato che il sistema scolastico britannico aveva bisogno di una riforma "radicale" (ma ci vorranno dieci anni per realizzarla). Soprattutto perchè "troppi giovani abbandonano la scuola o non riescono ad avere successo". Il sistema degli esami non funziona, dice il team che ha elaborato il progetto, quindi meglio provare a differenziare l'offerta alle superiori. In realtà rimangono saldamente fermi i capisaldi dell'istruzione britannica e cioè la selezione e il merito. Se viene riconosciuta l'inutilità dei tanti esami cui sono sottoposti durante la loro carriera scolastica ai ragazzi viene ribadita e anzi accentuata l'idea che gli alunni migliori dovranno poter andare avanti a prescindere (e questa è la novità che desta più perplessità e polemiche) dall'età: in altre parole d'ora in poi gli studenti più brillanti potranno `tentare' di superare gli esami delle classi più avanzate e quindi potranno ritrovarsi a studiare assieme a ragazzi più anziani. I meno abili, va da sè, resteranno indietro.
La riforma principale contenuta nel nuovo progetto riguarda l'istituzione di diplomi che andranno a rimpiazzare gli attuali A levels (i particolari esami di maturità inglesi, che prevedono lo studio, negli ultimi due anni, di due o tre materie e l'accantonamento delle altre). I nuovi diplomi verranno strutturati in moduli (sulla falsariga dei moduli delle lauree brevi italiane) e suddivisi in indirizzi. Gli studenti potranno fare gli esami richiesti quando lo riterranno opportuno e non obbligatoriamente a sedici e poi a diciotto anni. Rimane naturalmente la rigida struttura britannica che privilegia comunque su tutto i risultati: la nuova scala avrà sette punteggi diversi e naturalmente le università potranno scegliere, e quindi offrire un posto agli studenti con più punteggio. Anche il passaggio da un livello all'altro nel corso di un diploma (sono previsti quattro livelli, dal beginners all'advanced) dipenderà dalle capacità del singolo studente e questo ha insito il rischio di una ulteriore selezione, specialmente se davvero le classi verranno organizzate per bravura e non solo per età. La prospettiva di classi per somari e classi per geni, del resto, è già una realtà visto che chi non supera l'esame dei tredici anni con punteggi alti si vede preclusa la possibilità di accedere alle scuole superiori più prestigiose. Per Tomlinson questa ulteriore selettività è una cosa positiva perchè "vorrà dire che gli studenti più capaci andranno avanti prima".
Anche l'esame finale (gli A levels) sarà più complesso di quanto non lo sia ora. "Questo per costringere gli studenti ad uno sforzo maggiore", ha detto Tomlinson. Va ricordato che attualmente l'obbligo scolastico in Inghilterra è fissato a sedici anni. I tre anni successivi sono facoltativi.
Anche se quello pubblicato ieri è non è il progetto finale, è stato accolto nel complesso positivamente dalle organizzazioni degli insegnanti (del resto la selezione e il merito non vengono mai messi in discussione, neppure dai sindacati se non in rarissimi casi) anche se rimane qualche perplessità. Per l'associazione dei presidi delle scuole superiori "l'approccio è quello giusto. La formula del diploma restituirà alle qualifiche professionali uno status che attualmente non hanno, considerate come sono, la seconda scelta". Positivo anche il commento dell'associazione nazionale dei presidi per la quale "almeno abbiamo una visione a lungo termine dell'evoluzione necessaria nel sistema scolastico di questo paese". Per il segretario del sindacato insegnanti più importante, la National Union of Teachers (Nut), Doug McAvoy, "le prosposte di Tomlinson sono buone e vanno nella direzione giusta. Ma - ha aggiunto - bisogna riuscire a trovare un equilibrio tra il vecchio e il nuovo sistema". Gli insegnanti inoltre sottolineano che se le università continueranno ad essere così selettive il nuovo progetto rischia di non decollare.
Le critiche maggiori al progetto di riforma del governo sono venute dagli industriali. La Confederation of British Industry (Cbi, l'associazione industriali britannica) aveva infatti chiesto al ministro alla pubblica istruzione Charles Klarke di non eliminare gli esami. E ieri il direttore generale degli industriali ha confermato che "l'eliminazione degli esami tradizionali creerà problemi ai datori di lavoro che troveranno assai più difficile valutare se un candidato ha le qualità e le competenze richieste per un determinato lavoro".