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Manifesto-Fronte anti-Moratti

Fronte anti-Moratti Sabato 15 in piazza scuole e università CINZIA GUBBINI ROMA Un fronte unico antimorattiano, dalle scuole elementari all'università, per dire prima della fine dell'anno scolas...

10/05/2004
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il manifesto

Fronte anti-Moratti
Sabato 15 in piazza scuole e università
CINZIA GUBBINI
ROMA
Un fronte unico antimorattiano, dalle scuole elementari all'università, per dire prima della fine dell'anno scolastico che "le riforme Moratti si possono fermare". Anche questa volta verrebbe da dire grazie al ministro: da anni le questioni che legano il comparto della formazione non riuscivano a trovare un modo per mettersi intorno a un tavolo. Le riforme del governo Berlusconi sono invece riuscite a coagulare un ampio dissenso che ha permesso di ricominciare a discutere dello stato dell'istruzione italiana. Sabato 15 maggio questo lungo "viaggio" troverà una sua prima apparizione pubblica a Roma, con una manifestazione nazionale. L'appuntamento è alle 14, a piazza della Repubblica. Lunghissimo l'elenco delle adesioni: prima di tutto, ovviamente, i Coordinamenti per la difesa del tempo pieno che lo scorso autunno hanno messo in piedi una strabiliante campagna contro il primo decreto attuativo della riforma Moratti e che anche questa volta hanno lanciato l'iniziativa, poi la rete nazionale dei ricercatori universitari, che hanno fatto un lavoro simile nelle università, e ancora tutti i partiti dell'opposizione (da Rifondazione, ai Ds, alla Margherita, ma anche il movimento dei repubblicani europei, la lista Di Pietro-Occhetto e lo Sdi), i sindacati confederali e i Cobas.

I Cobas hanno anche indetto per quel giorno uno sciopero "messo a disposizione dell'intera categoria", spiega Piero Bernocchi, portavoce nazionale del sindacato di base. In tanti da tempo auspicano che contro la riforma Moratti si arrivi a uno sciopero unitario, ma per un motivo o per l'altro (tra cui la ferma intenzione della Cgil di mantenere l'unità con Cisl e Uil), finora è stato un nulla di fatto.

In piazza sabato, comunque, ci saranno tutti. E con parole d'ordine forti e per nulla scontate: l'abrogazione della riforma Moratti sulla scuola, il ritiro del primo decreto attuativo, il blocco delle politiche governative contro l'università e la ricerca. Si chiede, insomma, un preciso impegno alle forze politiche, soprattutto per il futuro. Nelle scuole, d'altronde, finite le manifestazioni oceaniche non è finita la lotta contro il decreto. I collegi docenti stanno resistendo all'applicazione della riforma: gli insegnanti si rifiutano di fare i tutor (una delle novità della riforma alle elementari e alle medie) e riconfermano i libri di testo del "pre-Moratti", con l'intenzione di mantenere la situazione il più possibile immutata. Che a qualcuno non salti in mente di dire che non si può riformare continuamente la scuola...

Ma in piazza sabato si parlerà anche di altro: a partire dai tagli finanziari che cominciano a farsi sentire. E non soltanto nelle scuole - dove proprio in questi giorni si stanno definendo gli organici, e mancano le cattedre - ma anche all'università, dove si sta preparando il decreto che stabilirà le nuove regole per l'assegnazione delle borse di studio. Per quanto riguarda la situazione dei ricercatori universitari, "a esaurimento" secondo la logica Moratti, si chiede invece l'immissione in ruolo su tutti i posti disponibili, l'assunzione di almeno 20 mila nuovi ricercatori e lo sblocco del turn-over.


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