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Manifesto: Formigoni, il vero primo della classe

«Scuola azienda» Ritorna il doppio canale morattiano e nascono gli istituti tecnici privati senza graduatorie

01/06/2007
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il manifesto

Sara Farolfi

Milano

Quel che non entra dalla porta si prova a farlo passare dalla finestra. Ci prova il governatore lombardo, Roberto Formigoni, che in quanto ad ambizioni non è secondo a nessuno. Neppure a Letizia Moratti. Quel che da ministro non è riuscita a fare lei, in materia di istruzione e formazione professionale, oggi prova a farlo lui. Utilizzando il riformato Titolo V della Costituzione per far passare una riforma Moratti in salsa padana.
La faccenda è seria e, come spiega Luciano Muhlbauer, consigliere regionale del Prc, rischia di non essere un semplice affare lombardo. La Regione nel frattempo è stata tappezzata di cartelloni pubblicitari (con una spesa, si mormora, tra i 500 e i 700 mila euro). «Una scuola che prepara al lavoro: o è uno slogan, o sei in Lombardia».
No, non è uno slogan. Il progetto di legge approvato dalla giunta regionale lombarda mira ad istituire il cosiddetto doppio canale (istruzione liceale da una parte e tecnico-professionale dall'altra), quello che prevedeva la riforma Moratti e che poi è stato congelato dal governo Prodi. L'innalzamento dell'obbligo scolastico a 16 anni, introdotto lo scorso autunno, potrà infatti essere assolto anche nella formazione professionale.
Il sistema si basa inoltre sulla piena equiparazione tra pubblico e privato, che per la formazione professionale esiste già dal 2001, e che ora si vorrebbe estendere anche alla formazione tecnica. Istituti tecnici privati insomma potrebbero accreditarsi presso la Regione e ricevere fondi sulla base del cosiddetto principio della quota capitaria (tot studenti, tot soldi). Qualche esempio sulle possibili conseguenze, prendendo ad esempio la formazione professionale per la quale il sistema pubblico-privato è già in vigore da qualche anno, lo fornisce il Prc lombardo. Tra il 2001 e il 2004, gli enti formativi sono passati da 282 a 1143, e nella gran parte dei casi si è trattato di enti erogatori di un unico corso all'anno.
Ancora: le famiglie avranno un «buono scuola» da spendere presso l'istituto che vogliono (nell'anno scolastico 2005-2006, i 43 milioni di euro di fondi regionali sono andati, per il 99%, a famiglie i cui figli frequentavano la scuola privata), e gli istituti privati potranno assumere direttamente il personale docente e non docente, bypassando le graduatorie. La sortita del governatore non è piaciuta al ministrodell'Istruzione Fioroni. Ma Formigoni ha deciso di fare ricorso alla Corte Costituzionale. Contro quella parte del decreto Bersani che di fatto ha congelato la riforma Moratti e che, secondo il governatore, sarebbe lesivo delle competenze regionali.


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