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Manifesto:Fioroni dà i soldi alle private Oggi studenti in piazza

Scuola/lettera-scandalo

12/10/2007
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il manifesto

Simone Verde
Mentre oggi gli studenti delle scuole e delle università scendono in piazza in 130 piazze italiane, ecco il bilancio tutto positivo della scuola privata, dopo un anno e mezzo di centro-sinistra e di ministero Fioroni. A ricordarlo, in una lettera datata 9 settembre 2007 e indirizzata agli istituti parificati, è lo stesso ministro. «Colgo l'occasione del nuovo anno scolastico - scrive - per aggiungere agli auguri, un primo consuntivo degli interventi realizzati nel 2007 per le scuole private Come sapete - si legge ancora in tono di amicale confidenza - assumendo le funzioni di questo ministero ho dovuto prendere atto di alcune misure restrittive assunte nella finanziaria 2006 nelle scuole non statali e cercare di porvi rimedio». Misure restrittive, da ricordare, costituite da tagli del governo Berlusconi che l'attuale ministro ha provveduto a sanare. «La legge finanziaria 2007 ha recuperato una prima tranche di 100 milioni di euro», mentre con il consiglio dei ministri del 28 giugno 2007 sono stati aggiunti altri «51.306 milioni di euro in sede di assestamento di bilancio». Riassumendo, 151.306.000 euro reperiti dal centro-sinistra, per far meglio del centro-destra.
Del tutto inconsueto, il tono utilizzato dalla circolare: «Il 5 settembre il Consiglio dei ministri ha approvato il provvedimento legislativo che introduce in ordinamento innovazioni di vostro sicuro interesse». Cui, promette il ministro, verranno ad aggiungersene altre, in nome del «dialogo continuativo e costruttivo intrattenuto con molti di voi». Ed ecco, puntuale, la promessa: «Sarà mia cura -sostenere in parlamento l'interpretazione già data sull'applicazione all'intero sistema dell'istruzione», tra cui «la direttiva che fissa criteri per l'attribuzione di risorse aggiuntive alle scuole del sistema nazionale d'istruzione». Una direttiva, cioè, che permetterà di versare nuove somme di denaro alle scuole private.
Con l'insieme di queste affermazioni, il ministro conferma la sua posizione politica e culturale, secondo cui deve esistere un sistema misto pubblico-privato, e allo studente va resa disponibile un'offerta formativa mista, grazie all'ingresso di soggetti privati nella scuola statale già permesso dall'autonomia, e con ulteriori fondi pubblici da destinare alla scuola privata. Ma il ministro aggiunge: «Condividerete con me che forse è improprio se non errato parlare per i temi della scuola non di un sistema misto, come io ritengo e come è disegnato dalla scuola della parità, ma di un meccanismo di liberalizzazione e di mercato, perché la liberalizzazione e il mercato sostituiscono alla centralità dello studente la centralità del profitto». Una dichiarazione da cui emerge con maggior chiarezza cosa il ministro intende per «sistema misto»: no a una scuola aperta al mercato, garante - almeno nelle intenzioni liberiste - di pluralismo dell'offerta e di qualità; sì, invece, a una scuola in cui operino soggetti che non ricercano profitto e che di conseguenza investono nell'educazione, perseguendo disegni di egemonia culturale in concorrenza con lo stato. Come nel caso della chiesa.
Un'impostazione che sembra trovare conferma in un decreto ministeriale del 21 maggio 2007, in cui si stabilisce la lista delle scuole paritarie che beneficeranno di finanziamenti statali: scuole paritarie senza fini di lucro, ovvero, associazioni, fondazioni, enti ecclesiastici di confessioni religiose con cui lo stato ha stipulato patti, imprese sociali, enti pubblici, cooperative e cooperative sociali. Una lista che ha subito provocato durissime critiche poiché - sostengono i sindacati, Cgil in testa - includendo le cooperative, si incoraggiano enti che, assumendo i docenti in qualità di soci, non ne rispettano elementari diritti del lavoro. Ma soprattutto, si favorirebbero associazioni che - proprio come Comunione e Liberazione al cui Meeting il ministro si è espresso lungamente - stanno entrando con prepotenza nel mercato della scuola privata, perseguendo un preciso disegno culturale.


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