Manifesto: Finanziaria killer, docenti dimezzati
Sindacati sul piede di guerra per i tagli
s. v.
Un autunno di lotta. È la minaccia dei sindacati, qualora gli orientamenti emersi in Finanziaria dovessero essere ribaditi dal governo. A far discutere sono due misure con cui si procede da un lato a una riduzione di 33mila docenti, e dall'altro al risparmio di un miliardo e 432 milioni di euro entro il 2011. Misure che per la verità non sono affatto nuove e che costituiscono ritocchi a provvedimenti già presi l'anno scorso. Unica differenza: sia i risparmi che le riduzioni di personale - come rivendicato ieri dal ministro della pubblica istruzione Giuseppe Fioroni - non avverranno più nell'arco di pochi mesi, ma saranno diluiti in tre anni. Malgrado le buone intenzioni, tuttavia, il persistere di politiche di bilancio restrittive si abbatterà con conseguenze pesantissime sulla scuola. La ragione è semplice e si riduce tutta in un trucco contabile messo a punto dal ministro Letizia Moratti e su cui l'attuale governo continua a fare affidamento. Il trucco consiste nel ricorrere a parametri artificiali per stabilire il numero dei docenti di diritto, sapendo che saranno nettamente inferiori ai docenti di fatto: si stabilisce per esempio, che ci sarà un professore ogni 28 allievi, quando nella realtà la media degli studenti per classe è meno numerosa. Per sostituire i titolari di cattedra mancanti si assumeranno poi giovani precari con contratti di nove mesi e con stipendi nettamente inferiori, con notevole risparmio per le casse dello stato. Una politica che nel 2006 ha portato il numero dei precari alla cifra record di 130mila. Per porre rimedio al problema, il governo Prodi ha annunciato l'assunzione entro il 2009, di 150mila nuovi insegnanti. Misura notevole ma del tutto insufficiente se si tiene conto che entro quella data avverranno altri 120mila pensionamenti, che porteranno 250mila, il numero delle cattedre prive di titolari. Basta fare qualche conto: se si sommano i 150mila insegnanti in più con i 30mila posti in meno, infatti, nel 2009 il saldo resta comunque fortemente negativo. Numeri a parte, rimane la responsabilità politica di un governo che, annunciando misure demagogiche come l'impiego dei tagli ai partiti per la manutenzione delle scuole, continua a risparmiare sullo stipendio dei precari. Docenti disoccupati che, bisognosi di nuovi titoli per salire in graduatoria, nutrono ormai un mercato illegale di cui approfittano istituti privati e università senza scrupolo. Un fenomeno che l'esecutivo dimostra di conoscere in tutta la sua gravità ma cui non vuole porre mano, per evitare ulteriori spese. «Va definita - si legge nella Finanziaria - la procedura che porterà al reclutamento del personale docente, attraverso concorsi ordinari e periodici con conseguente eliminazione delle cause che determinano la formazione di situazioni di precariato». Reintroduzione dei concorsi che potrebbe permettere di pianificare le immissioni in ruolo e sorvegliare la qualità dei nuovi insegnanti. Peccato, però, che più in là il governo ridimensioni il provvedimento «nei limiti delle risorse disponibili». Ad ulteriore conferma che senza risorse non ci potrà essere nessuna riforma di sistema.