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Manifesto: Fermare la precarietà

università

17/10/2006
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il manifesto

Ieri abbiamo interrotto le lezioni di Scienze Politiche distribuendo dei corsi di autoformazione (per vedere i corsi di autoformazione:https://www.globalproject.info/art-9612.html). Siamo entrati nelle lezioni di Diritto Pubblico e Scienza Politica, la denuncia della precarietà è stata motivo di coinvolgimento all'iniziativa di tutti gli studenti presenti alle lezioni. Abbiamo tappezzato i muri dell'università con locandine sulla precarietà, e un fumetto che racconta la storia di un giovane precario fuorisede che si trova ad affrontare senza reddito le spese del viaggio, dell'iscrizione all'università, dei libri e della casa. Abbiamo lanciato una provocazione all'università della precarietà, sempre più inaccessibile. L'autoformazione è accessibile a tutti, non esiste nessun numero chiuso ed è gratuita, al contrario delle spese esorbitanti che ogni anno uno studente deve affrontare pagando libri, dispense e rette. L'Autoformazione è collettiva, è messa in comune dei saperi, delle esperienze e dei linguaggi, è rielaborazione e creazione sempre in evoluzione, la sua forza è la riproducibilità, la possibilità che una riflessione, un'analisi ne produca liberamente un' altra. Nasce dalla condivisione dei saperi e delle intelligenze, e si può condividere, copiare e scambiare. In questo senso i corsi di autoformazione sono una forma di riappropriazione di reddito, essendo gratuiti e usufruibili da tutti, come dovrebbe essere la cultura. Il sapere prodotto dall'Università è invece di solito vincolato, per diffonderlosono necessarie le pratiche del copyriot, masterizzare cd o fotocopiare libri, violando così le leggi del copyright, che arricchiscono solo la Siae, gli Editori non certo artisti, autori e scienziati. Reclamiamo reddito, libero accesso ai saperi, alla mobilità, alla casa, alla mensa, reclamiamo ciò che ci spetta per ciò che produciamo ogni giorno, saperi, relazioni, produzioni autogestite. Sulla precarietà nella metropoli abbiamo realizzato un'inchiesta sui costi della vita di uno studente universitario. L'Università costa dai mille ai tremila euro (per le facoltà della Statale, Bicocca, Politecnico) e in alcuni atenei può costare molto di più. I libri per un esame da 9 crediti costano tra i 25 e i 100 euro, quindi un credito costa a dai 3 agli 11 euro. In un anno di Università bisognerebbe ottenere 60 crediti quindi dai 175 euro ai 1000 solo per i libri. Totale minimo 1180, ovvero 100 al mese. Totale massimo 4000, ovvero 300 al mese. Anche la possibilità di accesso al sapere e alla cultura è vincolata al redditto: uno studente-precario acquista almeno un libro e un cd al mese e va a vedere un film (salvo che la possibilità e il sacrosanto diritto di scaricare musica, film e libri comporta il rischio di multe e gravi conseguenze). Inoltre tutti i giorni per essere informati è necessario acquistare un quotidiano ed è altrettanto normale voler andare 3 volte in un anno a un concerto o ad uno spettacolo teatrale o ad altri eventi culturali a pagamento (tra i 15 e i 40 euro). Totale dai 64 agli 90 euro al mese. Per vedere l'inchiesta (https://www.globalproject.info/a rt-9599.html). Giovedì 19 saremo a lettere e filosofia di nuovo con un'iniziativa, distribuiremo dei corsi di autoformazione sulla censura, interromperemo le lezioni e daremo agli studenti materiali contro la precarietà. Vuoi ribellarti all'università della precarietà ?vuoi diffondere e riprodurre i saperi? Vuoi entrare gratuitamente a una mostra? Vieni venerdì alle 17,30 all'assemblea degli Unisurfers in Cantiere. (Unisurfers-Cantiere,www.cantiere.or ect.info)


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