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Manifesto: Esame manifesto

Ieri la prima prova di maturità nelle scuole italiane «gelminizzate». Dai social network all'innamoramento passando per Woodstock e il punk. Fino alla «giornata della libertà» per il crollo del Muro. Anche noi abbiamo voluto provare a svolgere alcuni temi

26/06/2009
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il manifesto

(stefano milani)
Sufficienza piena per i bookmakers. Il toto-traccia del giorno prima trovano conferma il giorno dopo sui banchi degli studenti italiani, impegnati ieri nell'esordio della maturità tutta «fermezza e rigore» made in Gelmini. Primo giorno: prova d'italiano. Coniugata in varie forme. Per l'analisi del testo letterario i papabili erano i soliti noti: Dante, Manzoni, Ungaretti, Montale. Stavolta però insidiati da un outsider di lusso, quell'Italo Svevo quotato comunque «molto alto» su tutti i siti specializzati. E che perciò non ha fatto strabuzzare gli occhi agli studenti appena la sua «Coscienza di Zeno» è uscita dalla busta sigillata della commissione. Per il tema d'attualità il ventaglio delle ipotesi era ancora più ampio, dettato dai numerosi anniversari in calendario nel 2009. Dai Patti Lateranensi al Futurismo, da Marconi, a Galilei, Darwin, Puccini, fino al vincitore: quel muro di Berlino che con la sua caduta, vent'anni fa, ha cambiato la storia (e la geografia) del Novecento. Più complicato prevedere le altre tipologie di test. Per il saggio breve gli argomenti da sottoporre alle penne dei maturandi andavano da «Innamoramento e amore» (che ha spopolato nella Roma lucchettara della generazione Moccia e inorgoglito il sociologo Francesco Alberoni, autore di un saggio dal medesimo titolo) a «2009: anno della creatività e dell'innovazione». Da «Origine e sviluppi della cultura giovanile», corredata da una nutrita galleria fotografica (new entry assoluta), a «Social network, internet, new media», di gran lunga la traccia più gettonata. Qui il fenomeno Facebook ha battuto il fenomeno Obama, superquotato negli exit pool dell'ultim'ora. In tutto sono stati più di cinquecentomila i ragazzi che si sono presentati ieri col dizionario sotto il braccio e la paura di non farcela. Più del trenta per cento in meno rispetto a dodici mesi fa. Quest'anno, infatti, per accedere alla «fase finale» della maturità, i ragazzi hanno dovuto conseguire nello scrutinio finale almeno la media del sei, condotta compresa. Ma l'anno prossimo sarà ancora più dura. E stavolta nessuna «soffiata», la minaccia arriva direttamente dal ministro Gelmini.


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