FLC CGIL
Contratto Istruzione e ricerca, filo diretto

https://www.flcgil.it/@3852827
Home » Rassegna stampa » Rassegna stampa nazionale » Manifesto: Epifani: «Scuola, sciopero generale anche da soli»

Manifesto: Epifani: «Scuola, sciopero generale anche da soli»

"Diritti in piazza con la CGIL". La Cgil fa il pieno e porta un milione di persone in tutta Italia: «Se il governo non cambia, non è che l'inizio». Vacilla l'unità sindacale

28/09/2008
Decrease text size Increase text size
il manifesto

Sara Farolfi
ROMA «Se le cose non cambiano andremo allo sciopero generale di tutta la scuola: unitario se possibile, se no da soli». E' uno scroscio di applausi ad accogliere le parole del segretario generale Cgil, Guglielmo Epifani, dal palco di piazza Farnese a Roma. Quasi un milione di persone, tra lavoratori giovani e pensionati, in 150 piazze d'Italia, ieri, hanno dato voce e corpo al malessere di «quel pezzo di paese che non ce la fa più». «Ripartire dal basso, contro le scelte di questo governo: oggi non è che l'inizio, non ci fermeremo fino a quando non avremo risposte», risuona dai palchi delle tante piazze. La risposta c'è stata: «Avevamo fatto una scommessa e l'abbiamo vinta», dice Epifani. «Hanno cercato di metterci all'angolo ma non ci sono riusciti, adesso aspetto le scuse da parte di chi voleva fare senza la Cgil e ci ha accusati di giocare allo sfascio». Il riferimento ad Alitalia è passaggio quasi obbligato, di lì parte il segretario generale della più grande confederazione italiana. Di lì, quasi simultaneamente e a una manciata di chilometri di distanza, parte anche Raffaele Bonanni, segretario generale Cisl. Altrochè scuse. Alitalia come «metafora del paese, in quel suo manifestarsi di corporativismi e di pezzi di sindacato che hanno scarsa attitudine a convergere sugli interessi generali del paese». L'unità sindacale vacilla. Raffaele Bonanni ha chiamato a raccolta i giornalisti («ci tenevo a farlo proprio nel giorno in cui la Cgil fa una manifestazione da sola») e scava il solcato. Le distanze (nel merito delle questioni aperte) non potrebbero essere più grandi. Non è una novità, ma Bonanni ufficializza, annunciando la riunione dei quadri Cisl il 4 ottobre, e dal giorno dopo la mobilitazione in tutte le città a sostegno dell'accordo con Confindustria (che la Cisl è pronta a firmare) e della piattaforma sul fisco (alla voce, detassazione della contrattazione di secondo livello). Da via Po, sede della confederazione guidata da Bonanni, le 150 piazze, e in particolare piazza Farnese dove sta parlando Epifani, si riducono a una «manifestazioncina», una «riunione», «la Cgil che ascolta la sua pancia interna e abbandona il convoglio unitario». Nelle piazze di tutta Italia, le politiche del governo Berlusconi sono «un elenco di disastri»: dalla scuola alla sanità, dall'emergenza occupazione all'inflazione che, insaziabile, divora i già risicati redditi da pensione e da lavoro dipendente. «Ma che risposta è quella di detassare gli straordinari, in una situazione in cui esplodono disoccupazione e cassa integrazione?», arringa Epifani dal palco romano. Ancora. Al governo, «i dipendenti pubblici non chiedono mance ma diritti e un contratto». E a Confindustria - «che ci ha presentato un documento un po' sovietico, pieno di sanzioni e divieti, che ingabbia la contrattazione e in cui se fai una lotta in più finisci in tribunale» - «l'accordo ora è più difficile». «Un documento a perdere», così il segretario generale Cgil definisce l'ipotesi di accordo presentata dagli industriali: «Abbiamo fatto due conti, l'indice d'inflazione che propongono gli industriali comporterebbe un taglio dello 0,5% all'anno di salario reale, che equivale all'8% in quindici anni». Punto su punto, visto da via Po è tutta un'altra storia. Bonanni rinnova la richiesta di «un patto per la crescita»: «Bisogna che tutti rivedano le proprie posizioni nell'interesse generale del paese». Una la richiesta al governo, «per la giustizia sociale»: un intervento da 3 miliardi circa subito, «non appena siglato l'accordo con Confindustria», per ridurre di almeno tre volte le tasse sulla contrattazione di secondo livello, «l'unico modo virtuoso per esaltare salari e ottenere un effetto moltiplicatore». E le detrazioni per tutto il lavoro dipendente, come chiede la Cgil e come recita il primo punto del documento unitario sul fisco siglato dai tre sindacati confederali meno di un anno fa? Richiesta velleitaria, secondo il leader Cisl, in tempi di vacche magre come questi. L'accordo con Confindustria diventa imprescindibile. Nessun appello alla «cara Emma»: «Mi pare che Confindustria abbia fatto uno sforzo». Recuperare l'inflazione effettiva? «Ma quella sarebbe la scala mobile, e noi non la vogliamo». D'altro canto, dice Bonanni, un contratto minimo nazionale, aumenti salariali legati al secondo livello, più il taglio delle tasse danno come sommatoria la piattaforma unitaria dei sindacati, «di cui nessuno ha il copyright». E alla domanda 'è concepibile un accordo sui contratti senza la Cgil?', Bonanni risponde con un'altra domanda: «E' concepibile che una sola confederazione dica di no?». Il resto scivola via senza troppe polemiche. Su scuola e pubblica amministrazione «va aperta una discussione più seria». Ma di mobilitazioni, figuriamoci di uno sciopero generale, neanche a parlarne. Secondo Bonanni, è l'unità la vocazione del sindacalismo italiano. Unità a prescindere, evidentemente.


La nostra rivista online

Servizi e comunicazioni

Seguici su facebook
Rivista mensile Edizioni Conoscenza
Rivista Articolo 33

I più letti

Filo diretto sul contratto
Filo diretto rinnovo contratto di lavoro
Ora e sempre esperienza!
Servizi assicurativi per iscritti e RSU
Servizi assicurativi iscritti FLC CGIL