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Manifesto-Effetto Moratti sul carcere

Effetto Moratti sul carcere Niente insegnanti, niente più lezioni in cella. Si comincia a Bologna CINZIA GUBBINI Dal prossimo anno niente insegnanti per i detenuti di Bologna. Così ha deciso il ...

27/04/2005
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il manifesto

Effetto Moratti sul carcere
Niente insegnanti, niente più lezioni in cella. Si comincia a Bologna
CINZIA GUBBINI
Dal prossimo anno niente insegnanti per i detenuti di Bologna. Così ha deciso il Centro servizi amministrativi della città emiliana (l'ex provveditorato) che in questi giorni - come in tutte le province - è alle prese con il complicato gioco a incastro della distribuzione dell'organico di diritto nelle scuole. Sforbicia qui, taglia là, questa volta c'è andata di mezzo la casa circondariale Dozza: dall'anno venturo non ci saranno più le cinque cattedre di scuola elementare. Ovvero niente più corsi di alfabetizzazione e corsi di lingua inglese per chi si trova dietro le sbarre. I cinque insegnanti verranno ridistribuiti sulle scuole elementari bolognesi dove, a quanto si dice, mancano docenti di lingua inglese. "E' una decisione incomprensibile", protestano gli insegnanti del carcere che hanno prontamente inviato una lettera agli enti locali, ai sindacati e al Centro servizi amministrativi cittadino. "Non abbiamo ricevuto alcuna convocazione ufficiale - racconta Gianluca D'Errico, da cinque anni impegnato come maestro tra le mura della prigione bolognese - a comunicarci che il Csa di Bologna ha deciso di tagliare le cattedre è stata la dirigente del nostro circolo". "Si tratta di una decisione arbitraria e ingiustificata", scrivono i maestri. Arbitraria perché i corsi di alfabetizzazione in carcere sono "di istituzione ministeriale e la scelta di abolirli non dovrebbe fondarsi su un atto di natura amministrativa". Ingiustificata perché dei corsi di alfabetizzazione c'è bisogno: diciassette le classi messe in piedi l'anno scorso al Dozza per le elementari.

Da Csa bolognese evitano di fare commenti. Voci di corridoio dicono, tuttavia, che la decisione è stata presa anche in base a un piccolo éscamotage: da anni il ministero dell'istruzione non attiva i corsi per rilasciare un attestato necessario a chi lavora nei penitenziari. Cosicché la gran parte dei maestri che insegna nelle carceri non ce l'ha. Inoltre poiché la riforma Moratti ha cancellato gli esami di licenza elementare - questione molto dibattuta all'interno delle scuole, tanto che alcuni circoli hanno deciso di farli comunque - la presenza di insegnanti di scuola elementare per i detenuti non sarebbe più così necessaria.

Ma il motivo vero è un altro: anche se la finanziaria prevede per quest'anno la conferma degli organici di diritto concessi nel 2004-2005, nella provincia di Bologna le iscrizioni sono in crescita: "Un migliaio di bambini in più nelle nostre scuole primarie", spiega Mara Orsi della Cgil bolognese. A ciò si aggiunga che l'anno scorso la scure del ministro Moratti si è abbattuta con violenza sulle scuole, complice la sua riforma che "risparmia" anche sul tempo-scuola. "Siamo stati tenuti all'oscuro dell'operazione sul Dozza, ma daremo battaglia - assicura Orsi - mancano insegnanti, è vero, ma non si possono certo togliere dal carcere".

Secondo i maestri della casa circondariale c'è un rischio in più: "Apriranno le porte ai privati - dice Gianluca D'Errico - E la scuola pubblica perderebbe questo presidio formativo fondamentale".


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