Manifesto: «E nelle private c'è chi lavora gratis»
Massimo Mari (Cgil): stipendi non versati e docenti che si versano i contributi da soli
s.v.
Precari che lavorano gratis, moltissimi assunti al limite della legalità o con contratti a progetto. E' lo sfruttamento subito da decine di migliaia di giovani docenti e illustrato da Massino Mari, responsabile nazionale Cgil per la scuola non statale. «Il numero e la frequenza delle denunce - afferma Mari - dimostra che non si tratta più di eccezioni ma di illegalità diffusa».
Molti precari raccontano di colleghi che lavorano gratis pur di avere qualche punto in più in graduatoria. Conferma?
Esistono varie tipologie di sfruttamento, ma questa è di sicuro la più grave di tutte. Ricordo il caso assai indicativo di una scuola siciliana in cui i docenti erano assunti con contratti regolari. Piccolo dettaglio, gli stipendi non venivano versati. E questo non è neanche il caso peggiore. Esistono situazioni in cui non solo i precari non ricevono stipendio, ma si versano addirittura i contributi da soli. E' un sacrificio che si autoimpongono per guadagnare qualche punto in più e salire in graduatoria.
Quale meccanismo alimenta il mercato illegale?
Ci sono tre fattori. Il primo, l'equiparazione dei titoli conseguiti nel privato ai fini dell'assunzione nella scuola statale. Una scelta voluta fortemente e per ovvi motivi da Letizia Moratti. Poi, un travolgimento del sistema delle graduatorie che ha portato ad accorpare i giovani diplomati delle Scuole di specializzazione (Siss ndr) con l'ultima fascia dei vincitori di concorso. Il risultato è una lotta all'ultimo sangue tra vecchi e giovani che si traduce in una vera e propria guerra tra poveri. Terzo elemento e più grave di tutti, la politica scolastica dello stato, il primo a generare precari con cui si fanno risparmi e la cui disperazione crea manodopera disponibile all'illegalità.
Cosa succede agli assunti con contratti a progetto?
Per cominciare non hanno gli stessi contributi degli altri lavoratori. Poi non sono coperti in caso di malattia. Infine, possono essere pagati come si vuole. Pensi che moltissimi ricevono un euro l'ora. Si tratta di un fenomeno che ha assunto proporzioni enormi e riguarda ormai tra il 30 e il 40 per cento del personale della scuola privata. Il che significa oltre 40mila persone. Cui vanno aggiunti i 20mila precari che lavorano in nero. Sono fenomeni concentrati soprattutto a sud ma con ricorrenza nazionale. Nazionale come l'impoverimento dei docenti.