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Manifesto: E Mussi ammette: «Si poteva fare di più»

Fassino: «Cambiare la finanziaria per reperire i fondi»

18/11/2006
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il manifesto

Roma

«Se qualcuno mi chiede cosa dovremmo fare io rispondo: ci vorrebbero miliardi, miliardi e miliardi di euro». E' quasi un'ironia della sorte che spetti proprio al ministro dell'Università e della ricerca Fabio Mussi fare i conti con la protesta degli universitari contro i tagli agli atenei. Lui che non più di un mese fa, durante una direzione Ds, arrivò a minacciare le dimissioni se i tagli non fossero stati ritirati, ricordando come nel suo prgramma l'Unione abbia invece promesso di aumentare la spesa universitaria fino a raggiungere quel 2% del Pil che è ormai la media europea.

Ieri Mussi ha visto sfilare decine di migliaia di studenti e non solo per le strade di mezza Italia in quello che lo stesso segretario generale della Cgil, Gugliemo Epifani, ha definito come «il primo sciopero contro questo governo». «Abbiamo fatto sinora quanto possibile», quasi si giustifica il ministro, che arriva ad ammettere: «forse meno del necessario».

Si può fare di più. Lo stesso concetto di Mussi lo esprime anche il segretario dei Ds. «Si è investito meno del necessario. Il governo deve fare di più già in questa finanziaria», dice Pietro Fassino mentre una nota dei Ds riprende il grido d'allarme lanciato solo pochi fa dal premio Nobell e senatrice a vita Rita Levi Montalcini ricordando come «senza investimenti nell'università e nella ricerca è in gioco il futuro del paese».

Lanciata dalle strade, la protesta è stata raccolta oltre che dalla Cgil anche dagli altri sindacati. «La formazione e la ricerca non possono essere considerate residuali come è accaduto negli anni scorsi», ha spiegato ieri il segretario conferderale della Uil Antonio Foccillo, che ha proposto di ridurre i fondi stanziati per il trasferimento alle imprese per reperire i fondi necessari a finanziare gli atenei. Per il segretario confederale della Cisl Giorgio Santini, invece, «una cosa è certa, le parole non bastano più e sicuramente non pagano le spese di funzionamento e gli stipendi. E non è confortante - ha aggiunto Santini - l'affannoso tentativo delle ultime ore di ridurre i tagli di 270milioni, niente da invidiare alle passate gestioni».

Solidarietà ai ricercatori è stata espressa anche dalla capogruppo dei Verdi-Pdci al Senato Manuela Palermi: «E' necessario - ha detto - che il governo dia un segnale chiaro e forte affinché scuola, ricerca, formazione, università diventino una eccellenza nel settore».


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