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Manifesto-E gli studenti delle superiori svuotano le classi

ROMA E gli studenti delle superiori svuotano le classi Sono arrivati da tutt'Italia. Dicono "l'occupazione è superata" e inventano nuove forme di protesta. Insieme ai prof "Ci rendono precari" ...

26/10/2005
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il manifesto

ROMA
E gli studenti delle superiori svuotano le classi
Sono arrivati da tutt'Italia. Dicono "l'occupazione è superata" e inventano nuove forme di protesta. Insieme ai prof
"Ci rendono precari" Scendono in piazza anche molti istituti tecnici: "Distruggono il nostro patrimonio"
"Paura della camorra" Uno studente di Salerno: "Con la devolution la malavita mette le mani sulla scuola"
CI. GU.
ROMA
Sono tantissimi, sgusciano lungo il corteo, qualcuno rimane dietro lo striscione della sua scuola, altri seguono il serpentone che sembra non finire più. Gli studenti delle scuole superiori hanno accolto l'invito alla mobilitazione degli universitari come se fosse la loro, perché il titolo è un programma per tutti: riforma Moratti. Sono arrivati da moltissime scuole di Roma, del centro e della periferia, ma anche da città come Bologna, Salerno, Napoli, Firenze. Qualcuno ha tentato l'occupazione in questi giorni, ma la maggior parte sceglie altre forma di protesta, dall'autogestione all'assemblea permanente. La cara vecchia occupazione sembra essere tramontata. Un po' è l'effetto delle repressioni degli scorsi anni, ma c'è anche qualcosa di più. Sono seri questi ragazzi, lontani anni luce da qualsiasi etichetta gli si voglia appiccicare: "Non vogliamo apparire come quelli che non vogliono fare scuola e protestano solo per interrompere la didattica - dice Carola del liceo Cavour di Roma - stiamo lottando per una scuola migliore, vogliamo parlare della riforma, della finanziaria e della guerra, la guerra che costa tanti soldi mentre si tagliano i servizi sociali". Il futuro lo vedono nero: "Il tre più due all'università è una formula che alla fine ti precarizza, se sei uno bravo l'università ti offre ben poco e allora che fai? Vai all'estero". Ma cosa significhi dover fare i salti mortali in nome di questo benedetto "mercato del lavoro" lo sanno già bene da minorenni: "I miei amici di un istituto tecnico fanno a luglio questi famosi stages - racconta ancora Carola - in pratica lavorano senza essere pagati". Sono scesi in piazza con convinzione, tanto che anche le scuole meno capaci di svuotare le aule hanno voluto esserci. Parla per tutti lo striscione del liceo Dante: "Se c'è anche il Dante vor dì che è proprio grave". E in effetti lungo il corteo si possono incontrare facce mai viste, scuole che sono state lontane dalle passate proteste. Merito della riforma Moratti, che non salva nessuno. Così c'è anche il tecnico aeronautico De Pineco, con tanto di striscione: "Abbiamo deciso di scendere in piazza - spiega Flavio - perché la riforma delle superiori ci trasformerà in un liceo scientifico tecnologico togliendo tutte le nostre materie specifiche, distruggendo un patrimonio". E poi c'è chi porta in piazza delle preoccupazioni che dovrebbero trovare orecchie più che attente: "Abbiamo paura che la camorra prenda in mano la scuola - dice Enzo di un istituto commerciale di Salerno - ed è quello che accadrà se andranno avanti con questa idea di mettere la formazione professionale nelle mani delle regioni". Per questo dice di essere sceso in piazza "contro la devolution" e contro "certa gente che vuole spaccare il paese". A tutt'altra realtà rimanda invece lo striscione portato in piazza dagli studenti medi di Bologna: "Moratti e Cofferati entrambi bocciati". Da un megafono qualcuno urla "siamo tutti meticci", mentre un gruppo di studenti di Firenze racconta delle botte prese l'altro ieri mentre cercavano di ostacolare un comizio di Borghezio contro la costruzione della moschea. Tutti promettono di voler continuare la mobilitazione. Molti di loro, stavolta, hanno dalla loro parte i professori. Come dimostra lo striscione del Coordinamento docenti romani, sorretto da studenti e insegnanti.


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