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Manifesto-E anche la scuola scende in piazza

E anche la scuola scende in piazza Domani, manifestazioni e cortei in tutta Italia contro la riforma della secondaria IAIA VANTAGGIATO ROMA Se a sinistra s'ode uno squillo di tromba...

11/10/2005
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il manifesto

E anche la scuola scende in piazza
Domani, manifestazioni e cortei in tutta Italia contro la riforma della secondaria
IAIA VANTAGGIATO
ROMA
Se a sinistra s'ode uno squillo di tromba, a destra risponde uno squillo. Così che alla protesta degli universitari seguirà - domani - la mobilitazione nazionale degli studenti medi pronti a scendere in piazza contro il riordino della secondaria superiore ormai giunto in dirittura d'arrivo. Oggi, infatti, la commissione cultura della camera dovrebbe esprimere il suo parere - già dato per favorevole grazie alle prese di posizione dei due relatori di maggioranza, Fabio Garagnani e Angela Napoli - in merito agli ultimi due decreti attuativi della legge 53: quello relativo alla formazione e al reclutamento degli insegnanti e quello inerente al secondo ciclo.

E a Montecitorio è già bufera. "La bozza del testo ci è stata inviata con ritardo - affermano i deputati dell'opposizione - e non ci è stato concesso il tempo necessario per una discussione che consideriamo dovuta". Provvedimenti blindati sui quali il Miur chiede pronunciamenti immediati in vista dello scadere della delega al governo prevista per il 17 ottobre prossimo. Entro quella data - cui manca meno di una settimana - il consiglio dei ministri dovrà approvare i due decreti in via definitiva quindi toccherà al capo dello stato il compito di promulgarli. Quanto al varo della riforma - povera di programmi, finanziamenti e progetti - e all'avvio di qualsiasi sperimentazione bisognerà comunque aspettare il 2007-2008. Così, del resto, hanno stabilito di concerto governo e regioni il 15 settembre scorso, nonostante i reiterati tentativi della maggioranza - tutti in palese contrasto con le dichiarazioni governative - di anticipare la sperimentazione al settembre del 2006.

A tutto questo si ribellano gli studenti delle superiori che chiedono la cancellazione della riforma e che, domani, affolleranno la stragrande maggioranza delle piazze italiane. Ad organizzare manifestazioni e cortei - che si terranno a Trieste, Venezia, Milano, Torino, Reggio Emilia, Firenze, Roma, L'Aquila, Napoli, Salerno, Cosenza, Bari, Foggia, Brindisi, Barletta, Palermo, Siracusa, Messina e Sassari - è l'Unione degli studenti insieme a "Rete Studenti sempre ribelli" e agli "Studenti di sinistra".

E a differenza di qualche politico smemorato, a loro nulla sembra essere sfuggito: "La Conferenza Stato-Regioni - affermano gli organizzatori della mobilitazione - ha chiaramente bocciato il progetto di riforma del ministro ottenendo la deroga, sino al 2007, dell'avvio delle sperimentazioni. Presidi, insegnanti, studenti, genitori e persino la Confindustria hanno chiaramente espresso la loro perplessità rispetto al modello di scuola proposto dal ministro".

Non solo critiche - le loro - ma proposte costruttive per una scuola basata su tre pilastri fondamentali: innalzamento dell'obbligo scolastico, diritto allo studio, democrazia e partecipazione. Fermo restando l'obiettivo fondamentale: lotta senza quartiere alla dispersione scolastica.

Poco interessati alle beghe di Palazzo, gli studenti chiedono che chi si propone come alternativa di governo si impegni per "la cancellazione immediata della riforma Moratti". Tocca che qualcuno ne tenga conto. Le primarie si giocano anche tra i banchi di scuola.


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