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Manifesto-E a settembre sarà caos"

E a settembre sarà caos" Renata Puleo, dirigente scolastica a Roma spiega quali sono le difficoltà attuative della riforma CNZIA GUBBINI ROMA Renata Puleo è la dirigente scolastica del primo ci...

11/03/2004
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il manifesto

E a settembre sarà caos"
Renata Puleo, dirigente scolastica a Roma spiega quali sono le difficoltà attuative della riforma
CNZIA GUBBINI
ROMA
Renata Puleo è la dirigente scolastica del primo circolo didattico di Roma. La circolare esplicativa è arrivata sulla sua scrivania martedì mattina

Chiariti tutti i dubbi?

Per la verità no. La cosa chiara è che gli spazi di manovra saranno pochi, e che c'è un irritante tentativo di allungare il brodo sull'autonomia scolastica a cui si rimanda continuamente fornendo, contemporaneamente, prescrizioni molto precise

Ora qual è il primo problema da affrontare?

Le iscrizioni, ovviamente. Alle elementari avevo avviato le iscrizioni all'inizio di gennaio, visto che la circolare del ministero tardava ad arrivare. Quindi ho riproposto i modelli dello scorso anno, chiarendo che il tempo pieno, e quindi le 40 ore, era basato sul nostro piano dell'offerta formativa che sperimentiamo da anni. E il nostro tempo pieno è un modello integrato, con le 40 ore fatte con i laboratori dentro i curricoli. Senza alcuno spazio per l'opzionalità. Poi, a fine gennaio, arrivò la circolare che anticipava la riforma e che prevedeva quindi la possibilità di "opzionare" tre ore, nonché accettare le iscrizioni dei bambini che compiono i sei anni entro il 28 febbraio. Ora, la nuova circolare dice che le istituzioni scolastiche devono acquisire "in tempo utile" le opzioni delle famiglie.

E come farete?

Praticamente, secondo il ministero, dovrei contattare tutte le 110 famiglie del primo anno e dire: guardate che nel frattempo è entrata in vigore la legge 53. I nostri laboratori vi stanno bene? Li volete, non li volete?

E poi?

E poi potrebbe accadere che il padre di Maria mi dice: a me interessa il laboratorio di scienze, ma non quello di musica. Allora io levo Maria dal gruppo che fa musica e le faccio fare solo il laboratorio di scienza. La circolare, infatti, prevede che le ore opzionali potranno fare riferimento sia al gruppo classe che a alunni appartenenti a classi diverse. E, attenzione, non si tratta delle cosiddette classi aperte, che già vengono sperimentate nel tempo pieno integrato, dove gruppi di bambini, sulla base del progetto che gli insegnanti elaborano ogni inizio anno, girano attraverso tutti i laboratori. Cosicché i laboratori sono obbligatori per tutti, e non facoltativi.

Ma, scusi, è il nuovo protagonismo delle famiglie..

Che nella scuola elementare c'è sempre stato, ed è bene ricordarlo, perché è nell'interesse della scuola, e molto prima della scuola di Berlinguer. Nella mia scuola, a fine anno, distribuiamo sempre un questionario alle famiglie affinché valutino i nostri laboratori. Il problema è che la riforma va a rompere un principio fondamentale, un caposaldo, e cioè che la scuola è il presidio pedagogico didattico del territorio, al cui interno lavorano professionisti, e sono questi professionisti che offrono alle famiglie dei programmi che sono considerati sensati rispetto alla formazione dei bambini. Tant'è che stanno dentro al curricolo, nell'orario obbligatorio. Adesso, invece, diventano facoltativi. Nella scuola, questa connessione fra la frantumazione dell'orario e la scelta ozpionale della famiglie ha operato il massacro. Tutto il resto sono balle, sul tutore ci si metterà d'accordo, si farà pure il portfolio.

Ma opzionale e facoltativo, cosa vuol dire, che posso venire e riprendere mio figlio quando dico io?

Certo, poi il ministero raccomanda che l'istituzione scolastica dia un'offerta articolata in modo tale da non creare frantumazioni. Ma come fai quando si ripete ogni tre parole i termini "facoltativo" e "opzionale"? Facoltativo vuol dire che una persona può o non può fare una cosa, e opzionale che può scegliere.

Ma non sarà che, paradossalmente, questa riforma finisce per irrigidire le possibilità di scelta?

Sicuramente irrigidisce. Le scuole che hanno scelto di riformulare le iscrizioni quando arrivò la circolare ministeriale, hanno presentato moduli in cui ai genitori viene chiesto di barrare l'orario considerato obbligatorio, cioè le 27 ore, oppure le 27+3 con la scelta dei laboratori, oppure le 40 ore con mensa. Ecco qui, facile da un lato perché uno non deve più progettare in modo integrato. Dall'altro, la fine di un modello.


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