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Manifesto-Due euro l'ora: Letizia docet

Due euro l'ora: Letizia docet Tanto sono pagati gli insegnanti (tutti e solo precari) per fare lezione in una lussuosa scuola privata campana, versione estrema del modello che piace al ministro. Ma ...

24/02/2004
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il manifesto

Due euro l'ora: Letizia docet
Tanto sono pagati gli insegnanti (tutti e solo precari) per fare lezione in una lussuosa scuola privata campana, versione estrema del modello che piace al ministro. Ma per parlare con i genitori - cioè i clienti - la paga oraria raddoppia
MARIELLA PARMENDOLA
NAPOLI
Insegnante per due euro all'ora di lezione. Lordi, naturalmente. Questo valgono sessanta minuti di storia, italiano, matematica in una scuola parificata nell'epoca inaugurata dal ministro Letizia Moratti, se ti trovi in provincia di Napoli. Quando uno studente si iscrive all'Università con l'obiettivo di diventare professore dovrebbero avvertirlo: il suo sarà un lavoro a cottimo. Due euro per ogni ora dedicata ai suoi alunni, trenta centesimi per correggere i compiti in classe, altri due euro per riunioni di classe e consigli d'istituto. Lo spot potrebbe essere: per ogni ora di lavoro potrai comprare un chilo di arance. Sempre tenendo presente i consigli della massaia di Silvio Berlusconi. Un privilegiato tra i docenti può essere considerato chi prepara gli studenti dell'ultimo anno. In questo caso ci sono gli esami di maturità da svolgere e se si partecipa alla commissione per tutta la giornata si incassano la bellezza di 10 euro, 5 per mezza giornata. Stesse cifre se si seguono gli studenti che affrontano gli esami di idoneità per iscriversi all'istituto che va dalle materne al liceo sociopsicopedagogico o il corso tecnico per il turismo. Un brivido quando arriva il momento dell'incontro con i genitori. A quel punto bisogna mostrare il migliore dei sorrisi, convincere la famiglia di essere nel paradiso dell'istruzione e di avere allevato un figlio con un potenziale da alunno modello. Una tale impresa è giustamente valutata cinque euro all'ora, il top per il prof a prestazione. Se infatti l'istituto parificato non riceve più finanziamenti a fondo perduto, ma si regge sui rimborsi che arrivano alle famiglie degli alunni, tutto si spiega. La relazione con il cliente è in vetta alla classifica del borsino interno. Serve a vincere la competizione per il numero maggiore di iscritti e il favore delle loro famiglie.

La tabella del prof a cottimo, con la retribuzione base di due euro per ogni ora di lezione, non è partorita dalla mente malata di un contestatore della riforma Moratti. E' la traduzione in freddi numeri di quanto avviene in un istituto privato di Castellammare di Stabia, che usa solo contratti precari (co.co.co) per tutti e sessanta i posti di insegnante in organico.

Rilevato l'istituto dalle suore che lo hanno gestito fino all'estate del 2002, il programma di rilancio della scuola ha previsto una ristrutturazione curata nei dettagli. Mantenimento dell'orientamento cattolico e miglioramento delle strutture. I 290 alunni, dai più piccoli dell'asilo ai maturandi delle superiori, hanno a disposizione comfort impensabili per la migliore delle scuola pubbliche e strutture di livello. Nei tre piani accanto alla chiesa, alla periferia della città, si trovano: aule moderne, laboratori di informatica, di musica, palestra coperta e una scoperta con una stupenda veduta sul Golfo di Napoli. Nel laboratorio di linguistica si scoprono sessanta postazioni dotate di cuffia e consolle in collegamento con la cattedra.

Ma da qualche parte i privati dovranno pure risparmiare e quindi ecco la scelta di tagliare sul costo del lavoro, trasformando altri tipi di contratto in collaborazione coordinata e continuativa. Le uniche a mantere un contratto senza provare il gusto della flessibilità sono state le cinque suore che insegnano ai bambini delle elementari. Con tutti gli altri meglio parlare chiaro e fare accettare la strada dell'innovazione: nessuna possibilità di ammalarsi, niente periodo di maternità per le insegnanti in gravidanza, in pratica assenza totale di diritti. Quanto basta per fare scatenere una rivolta interna, se i titolari della società Santa Croce srl non avessero dalla loro il bene più prezioso: i dodici punti per ogni anno di servizio necessari per fare avanzare in graduatoria lo schiavo dell'insegnamento a cottimo. Una scelta quasi obbligata se la proposta ti viene fatta in provincia di Napoli, patria del precariato e con il record della graduatoria più lunga d'Italia per l'ingresso nella scuola pubblica.

Ecco quindi comparire l'istituto di Santa Croce, un paradiso per gli alunni che pagano, un inferno per gli insegnanti costretti a subire le condizioni del contratto firmato da Filins, Cisal, Ugl e Anacc. Un testo con valore nazionale che fissa come minimo restributivo dodici euro per ogni ora di lezione. Ma poi aggiunge una deroga per le scuole che dimostrino di vivere difficoltà finanziarie. Una strada percorsa dall'istituto stabiese fino in fondo, violando l'articolo 36 della Costituzione secondo il quale "il lavoratore ha diritto ad una retribuzione proporzionata alla quantità e qualità del suo lavoro e in ogni caso sufficiente ad assicurare a sé e alla famiglia un'esistenza libera e dignitosa". Per gli insegnanti l'aumento a due euro all'ora è scattato a novembre. Prima la busta paga era di un euro all'ora.


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