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Manifesto-Domani comincia la scuola. Ed è subito impresa

Domani comincia la scuola. Ed è subito impresa L'anno scolastico si apre all'insegna dell'incertezza tra graduatorie ancora in alto mare e trattative sospese sul tutor per mancanza di risorse. Ma p...

07/09/2004
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il manifesto

Domani comincia la scuola. Ed è subito impresa
L'anno scolastico si apre all'insegna dell'incertezza tra graduatorie ancora in alto mare e trattative sospese sul tutor per mancanza di risorse. Ma per il ministro Letizia Moratti "siamo all'inizio di un nuovo Rinascimento". Siglato, come primo atto, un accordo con Museimpresa e Federturismo
IAIA VANTAGGIATO
Un nuovo Rinascimento è possibile. Lo ha affermato ieri, nella sede dell'Assolombarda, Letizia Moratti impegnata a siglare un protocollo d'intesa con Federturismo e Museimpresa per rilanciare una "nuova alleanza" tra arte, industria, informazione e istruzione. E' sottile e raffinato il ragionamento nel quale si produce la ministra: "Il mondo delle imprese - afferma - non significa solo economia e lavoro. L'impresa è anche cultura ed è per questo che il `made in Italy può riportare l'Italia ad un nuovo Rinascimento". La conclusione? Visite guidate per gli studenti nei più importanti musei italiani: da quello di Richard Ginori a quello di Salvatore Ferragamo, dalla Piaggio alla Pirelli, dall'Alfa Romeo alla Ducati. Basta, insomma, con i fin troppi noti e polverosi musei della Resistenza. Bisogna guardare avanti e rompere "l'isolamento in cui mondo della scuola, mondo dell'impresa e mondo dell'arte si trovano ad operare e cercare di interessare i giovani con proposte nuove". Parole sacrosante: di fronte ad un bel piatto da portata targato Richard Ginori, anche il più svogliato fra gli studenti sarà senz'altro indotto a studiare con sempre maggiore lena. Che cosa non si sa ma prima o poi Letizia Moratti ce lo dirà. Per il momento si limita a presentare il suo progetto come un'occasione unica - va detto, più unica che rara - "per far conoscere la dimensione storica, culturale e artistica del made in Italy". E a quanti nutrissero dei dubbi sulla serietà dei suoi propositi, promette: "per dare un simbolo all'accordo raggiunto stiamo promuovendo una scultura per Milano". Una bella turbina in dismissione, naturalmente simbolo di energia.

E intanto la riforma della scuola firmata Moratti stenta a decollare mentre cadono ad uno a uno, come birilli ubriachi, quelli che la ministra-imprenditrice continua a spacciare come suoi punti di forza: il tutor, le 27 ore alle elementari, l'insegnamento di una seconda lingua straniera da affiancare all'inglese.

Per non parlare del caos seminato tra i precari (oltre 100mila) da graduatorie pubblicate, sì, in tempo utile - come Moratti non smette di sbandierare - ma completamente sbagliate. Così che ormai non si contano i ricorsi e si fa sempre più concreto il rischio di spostamenti ad anno scolastico già avviato. Mentre monta anche la protesta degli insegnanti di sostegno che sono stati privati di ben tremila posti di lavoro.

E intanto, a fare i conti con la traballante riforma della scuola saranno per primi - domani - gli studenti e i docenti della Lombardia.

Ma andiamo nell'ordine. Ieri, l'incontro tenutosi all'Aran sul tutor tra governo e sindacati si è concluso con un nulla di fatto. La trattativa è stata interrotta in attesa di chiarimenti sulle effettive risorse disponibili. Risorse che ammonterebbero - complessivamente - a ventuno milioni di euro per il 2004 e a sessantatre milioni di euro per il 2005.

Della somma il ministero intenderebbe servirsi per coprire tanto la funzione tutoriale (per la bellezza di nove euro in più al mese) quanto l'anticipo scolastico garantito da bidelli precettati a costo zero.

Dal coro dei sindacati si stacca la voce di Enrico Panini, segretario della Cgil scuola: "Noi sul tutor non vogliamo neanche trattare perché siamo comunque contrari. E tuttavia varrebbe la pena ricordare che, sinché c'è una trattativa in corso - voluta, ripeto, dal ministero e non da noi - nessun tutor potrà essere nominato da alcun collegio docenti".

E non consola, certo, spostare lo sguardo sulla "storica svolta" delle 27 ore alle elementari. Anzi delle 27+3: una riforma spacciata come arricchimente del tempo scuola (le tre ore opzionali in più di laboratorio) ma che, in realtà, non fa che ridurre il tempo obbligatorio per tutti. Quanto al tempo pieno la formula si complica - 27+3+10 - ma non risolve i problemi. Non si sa, infatti, chi avrà il compito di gestire le dieci ore settimanali di mensa anche se sempre di più si insinua l'ipotesi di appalti a cooperative di servizio esterne alla scuola. Insomma, private. Quanto alle "rivoluzionarie" e creative tre ore di laboratorio, anch'esse verranno affidate ad esperti nominati in base a chissà quali criteri e non si sa da chi. Troppo facile prevedere nuovi tagli nell'organico. E per restare in tema di "garanzie", a dicembre uscirà un decreto ministeriale che avrà l'ingrato compito di spiegarci che fine faranno gli insegnanti di educazione tecnica (materia cancellata dalla riforma) e quelli di "stumento musicale". Materia, questa, divenuta opzionale e dunque fatta passare sotto le forche caudine dei contratti a tempo determinato.

Del resto non se la passano bene neanche gli insegnanti di lingua straniera alle scuole medie. La seconda lingua necessaria ad adeguare l'Italia "ai canoni europei", infatti, o non è stata introdotta per mancanza di fondi o è stata adottata a discapito delle ore di inglese.


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