FLC CGIL
Contratto Istruzione e ricerca, filo diretto

https://www.flcgil.it/@3784961
Home » Rassegna stampa » Rassegna stampa nazionale » Manifesto-"Dico no al governo e alla scuola-mercato"

Manifesto-"Dico no al governo e alla scuola-mercato"

INTERVISTA "Dico no al governo e alla scuola-mercato" Intervista a Edoardo Sanguineti, primo firmatario dell'appello sottoscritto da numerosi intellettuali in difesa del sistema dell'istruzione e de...

15/05/2004
Decrease text size Increase text size
il manifesto

INTERVISTA
"Dico no al governo e alla scuola-mercato"
Intervista a Edoardo Sanguineti, primo firmatario dell'appello sottoscritto da numerosi intellettuali in difesa del sistema dell'istruzione e della ricerca pubblica
IAIA VANTAGGIATO
Poeta, già docente di letteratura italiana all'università di Genova, intellettuale. Edoardo Sanguineti è tra i primi firmatari di un appello che il mondo della cultura ha lanciato - nei giorni scorsi - a favore della scuola, dell'università e della ricerca. E contro la riforma Moratti.

Come nasce il vostro appello?

Nasce - insieme - da una preoccupazione e dalla volontà espressa non solo dagli intellettuali ma da tutti coloro che alle sorti dell'istruzione e della ricerca sono interessati a dire finalmente ciò che pensano. A cominciare dal fatto che la riforma Moratti non è un'invenzione radicalmente nuova ma una eredità delle passate politiche del centrosinistra.

Parla in veste di intellettuale o di ex docente universitario?

Ho fatto il professore universitario sino al 2000 ma poi ho deciso di lasciare proprio a causa dell'insoddisfazione che la riforma generava in me. Ritenevo - e ritengo - inaccoglibile l'idea di una scuola strutturata, soprattutto a livello universitario, come una sorta di impresa o di azienda.

Il dicastero di viale Trastevere la chiama autonomia.

Lo so bene. Ma l'autonomia di cui loro parlano è di carattere meramente finanziario e concorrenziale. E a farne le spese, saranno soltanto gli studenti. Siamo forse in un paese che garantisce a tutti la possibilità di studiare in un posto piuttosto che in un altro, di accedere a borse di studio, di usufruire di alloggi, mense, biblioteche e laboratori? Non credo. E' terrificante vedere pagine e pagine di pubblicità su questa o quella facoltà, neanche fossimo al mercato. C'è una idea di produttività quantitativa che nulla ha a che fare con l'università o la ricerca. Non è detto che se io "fabbrico" più medici, questo rappresenti un gran risultato. Io devo "fabbricare" buoni medici. Considerare il mondo dei giovani come se fossero delle cavie di un grande mercato intellettuale è cosa aberrante.

Gli studenti universitari - ha dichiarato Moratti - potranno tra breve "votare" per legge docenti e facoltà. Ai più meritevoli andranno i finanziamenti maggiori.

E' orribile. Che ci debba essere una rappresentanza solida degli studenti in qualsiasi presa decisionale rispetto alle strutture universitarie è sacrosanto. Ma qui si parla di altro. Lo studente - naturalmente visto come cliente - dovrebbe valutare la professionalità del docente sulla base di elementi che non possiede. Uno studente che si affaccia al primo anno di università, quali strumenti ha per giudicare tutto questo? Al massimo ne potrà valutare la gradevolezza o la sgradevolezza.

Ha temuto un voto basso quando ha deciso di lasciare l'università?

Le racconto un aneddoto. Presa la mia decisione, e nel mio vecchio candore, mi ero recato presso gli uffici competenti del rettorato per chiedere dove fosse l'ufficio del personale. Mi dissero che quell'ufficio non c'era più e che avrei potuto rivolgermi a quello delle risorse umane. Risposi che a me "risorse umane" non me l'aveva mai detto nessuno.

Moratti parla di una riforma perfettibile, aperta al nuovo e migliorabile. C'è da crederle?

Ma le sembra possibile che qualcosa che investe tutti gli ordini scolastici venga buttata così, senza neanche una consultazione che ottenga consensi, senza nessun confronto con gli interessati? La cosa, oserei dire, non sarebbe nemmeno così grave se questo procedimento non fosse proprio di tutto l'operato del governo. Prima si fa una affermazione, poi ci si ripensa, si torna indietro e - solo a volte - la si corregge.

Un esempio di buona volontà.

Macché. Si tratta semplicemente della ricerca di consenso effettuata su basi statistiche.

Si riferisce alla marcia indietro sul darwinismo?

Non solo. Penso anche alle dichiarazioni di Frattini sul ritiro dall'Iraq. Fino all'altro ieri, il governo era fermo sulla sua posizione: "Non ce ne andremo". Poi parla Bremer - l'amministratore civile americano in Iraq - e improvvisamente cambia tutto. Che sia l'Iraq o la riforma Moratti, la storia è sempre quella: ogni volta, è come se si stesse lanciando un prodotto sul mercato. Se il cliente risponde, bene. Altrimenti si cambia la strategia di marketing.

Ma non era certo un'equipe di pubblicitari quella che ha stilato la riforma.

No, era una commissione di saggi che sono riusciti semplicemente a dimostrare di non essere saggi. Un ministro dotato di senso di responsabilità, avrebbe riconosciuto i suoi errori e sciolto la commissione.

Lei è spesso insorto in difesa della laicità. Come la mettiamo con i sussidi alle scuole private spesso di orientamento cattolico e con la santificazione delle famiglie?

Uno dei vantaggi della scuola era proprio quello di emancipare il fanciullo attraverso il dialogo e la laicizzazione - anche se credente - del suo pensiero dagli incubi che la anche famiglia può produrre.

Perché nulla dice che la famiglia sia di per sé il "bene". La scuola dovrebbe servire ad allargare gli orizzonti, a testimoniare l'esistenza di opinioni diverse. Questa riforma va in senso opposto e viola la costituzione aggirandone l'articolo 33.


La nostra rivista online

Servizi e comunicazioni

Seguici su facebook
Rivista mensile Edizioni Conoscenza
Rivista Articolo 33

I più letti

Filo diretto sul contratto
Filo diretto rinnovo contratto di lavoro
Ora e sempre esperienza!
Servizi assicurativi per iscritti e RSU
Servizi assicurativi iscritti FLC CGIL