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Manifesto: «Debiti scolastici più gravi del debito pubblico»

Il ministro dell'istruzione Fioroni: «Torniamo all'esame di riparazione» Il 41% degli studenti ha una lacuna formativa. Solo il 25% recupera

01/08/2007
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il manifesto

Ci. Gu.
Roma
Un debito che, dice il ministro alla pubblica istruzione Giuseppe Fioroni, dovrebbe preoccupare ben più di quello pubblico. E non scherza: il ministro parla del «debito scolastico», quel meccanismo introdotto dal primo governo Berlusconi (ministro dell'istruzione era allora Francesco D'Onofrio) che mandò in soffitta gli esami di riparazione nella scuola superiore. Per questo Fioroni ha annunciato ieri di pensare di ripristinare il vecchio esame di riparazione: a settembre si insedierà una commissione nazionale «con il compito di studiare il sistema e individuare rapidamente le misure necessarie a superarlo».
Nel '95, quando arrivarono nelle scuole italiani i «debiti formativi», la riforma non dispiacque al mondo della scuola, anche quello di sinistra. Dare la possibilità agli studenti di non essere bocciati ma di studiare con appositi corsi di recupero per colmare le lacune, sembrava un modo per rendere inclusiva la scuola - anche se la novità fu improvvisa, senza direttive e come sempre con scarse risorse. In realtà, e sono in pochi a sostenere il contrario, il sistema si è rivelato un mezzo disastro.
Lo dimostrano i dati resi noti dal ministero ieri, elaborazione delle promozione nelle classi intermedie delle scuole superiori: il 41% dei ragazzi accede con debito all'anno successivo. Di questi, solo uno su quattro riesce effettivamente a recuperare. Insomma, i corsi di recupero sono utili soltanto al 25% degli studenti. La vera emergenza è la matematica. Ben il 44% degli studenti ha un debito in questa materia. «La matematica - osserva il ministero - unisce in ignoranza da nord (44,8% degli studenti con debito) a sud (43,2%) passando per il centro (44,4%) e le isole (43,9%) e accomuna trasversalmente gli indirizzi di ogni ordine e grado, in una forchetta che va dal 51,6% dello scientifico al 41,2% dei professionali». Ma anche in lingue straniere, si va maluccio: contrae un debito in materia il 32,7% degli studenti. Percentuale - incredibile ma vero - che sale nei licei linguistici: il 64%. A seguire, tra i campi di conoscenza più ostici, ancora materie scientifiche: il 18,% ha un debito nelle materie tecnico-professionali e il 16,4% in chimica e biologia. Anche la lingua e la letteratura italiana, però, non fanno faville tra i banchi: il 14,3% ha accumulato debiti in questi anni. Ma la notizia peggiore è che, negli ultimi tempi, la situazione è peggiorata: rispetto all'anno scolastico 2005-2006 la percentuale dei debiti cresce in modo significativo in 3 classi su 4. Gli anni più bui sono il secondo anno (37,6%) e il quarto (36,8%). Va detto che i ragazzi non arrivano molto preparati alle scuole superiori, visto che un terzo degli studenti (il 37%) esce dalle scuole medie con una valutazione di «sufficiente».
Dati preoccupanti. Il ministro si mette le mani nei capelli: «Perché nessuno se ne è occupato finora?», ha detto annunciando lo stanziamento di 30 milioni di euro per i corsi di recupero. Ma la sua idea di verificare la possibilità di tornare agli esami di riparazione per ora non trova molti sostenitori. Alba Sasso, deputata della Sinistra Democratica invita a «parlarne senza soluzioni preconfezionate»; per Giovanna Capelli di Rifondazione l'esame a settembre si limiterebbe «a scaricare tutto di nuovo sulle spalle della famiglia, che nel corso dell'estate dovrebbe pagare ripetizioni per i figli e rinunciare al riposo»; la capogruppo dell'Ulivo in Commissione Istruzione al senato, Albertina Soliani, fa notare che il programma dell'Unione non prevede il ripristino dell'esame a settembre, occorre invece «mettere la scuola nelle condizioni di aiutare costantemente gli studenti a essere al passo con l'apprendimento, articolando la didattica, investendo risorse, responsabilizzando studenti, insegnanti, famiglie».


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