Manifesto-Costituzione, provocazioni ed errori sotto traccia

UNIONE EUROPEA
Costituzione, provocazioni ed errori sotto traccia
PEPPE ALLEGRI
FEDERICO PIETRANGELI
Chissà quanti avranno scelto questa traccia. Certo, non avremmo voluto essere nei loro panni. "Una Costituzione democratica per una Federazione europea": già il titolo è ambiguo e fuorviante. E' una provocazione, visto che di "federazione" e di "costituzione democratica" non si parla in nessun testo ufficiale? Oppure la commissione ha voluto lavare la cattiva coscienza di un governo che ha contributo a far fallire, non più tardi di sei mesi fa, la Conferenza intergovernativa che doveva approvare il trattato? La presentazione del tema, poi, è di un tecnicismo esasperato. Si parla solo di procedure, di riparto di competenze, di semplificazione dei Trattati. Tutte questioni fondamentali, sia chiaro ma non si può ridurre la prospettiva europea solo a questo. L'Europa non è solo tecniche di regolazione e grigi palazzi di Bruxelles. Soprattutto per ragazze e ragazzi di neanche vent'anni. Che l'Europa la conoscono meglio di tanti nostri politici, perché la attraversano quotidianamente, fanno l'Interrail e il progetto Socrates/Erasmus, si incontrano per il Forum sociale europeo, esercitano controllo pubblico sui vertici intergovernativi. In più, nel testo, due errori "da matita blu": infatti, i membri titolari italiani nella Convenzione erano sei, e non dodici, come viene scritto. Inoltre definire l'organismo che ha redatto la bozza "quasi una Costituente" è una castroneria ammantata di democrazia. E poi la chicca finale, secondo cui "il riferimento alle radici cristiane significherebbe, ancora una volta, tener conto della gente, di tutta la gente e non soltanto di una nuova classe di èlites intellettuali". Ci vuole davvero Dio per salvarci da tutti questi europeisti di comodo.