Manifesto-Convocati gli Stati Generali
Convocati gli Stati Generali Letizia Moratti esce dall'ombra e spedisce gli inviti ufficiali. Appuntamento a Foligno, il 19 e 20 dicembre, per l'assemblea rappresentativa del mondo della scuola. Mis...
Convocati gli Stati Generali
Letizia Moratti esce dall'ombra e spedisce gli inviti ufficiali. Appuntamento a Foligno, il 19 e 20 dicembre, per l'assemblea rappresentativa del mondo della scuola. Misteriosi restano gli obiettivi dell'incontro e i criteri scelti per la selezione. Mentre si spacca la commissione Bertagna
IAIA VANTAGGIATO
La convocazione, da ieri, è ufficiale. Con un comunicato diramato dal ministero della pubblica istruzione, Letizia Moratti invita studenti, genitori e docenti a partecipare agli Stati Generali della scuola. Appuntamento a Foligno, dunque, per il 19 e 20 dicembre prossimi. Data e luogo: queste le uniche notizie certe. Per il resto, la "grande assemblea rappresentativa di tutte le componenti del mondo della scuola e della società civile" resta avvolta nel mistero.
Obiettivo degli Stati Generali dovrebbe essere quello di esprimersi sulla proposta di riforma della commissione Bertagna, un documento di 81 pagine "frutto di un lungo lavoro di confronto - così recita il comunicato ministeriale - che ha visto la collaborazione di dieci 'focus group', la convocazione di 119 incontri con associazioni studentesche e di insegnanti e le risposte a 8mila questionari Istat". E, aggiungiamo, il cosiddetto viaggio del ministro, un "viaggio di ascolto" - come lo definisce Moratti in una lettera aperta ai docenti - intrapreso "per rendermi conto personalmente dei problemi della scuola".
Cominciamo dall'obiettivo che, per lo meno all'apparenza, sembrerebbe nobile, democratico e nient'affatto demagogico: una consultazione popolare per decidere il futuro della scuola. Ma quanto inciderà realmente - nelle decisioni parlamentari cui spetta l'ultima parola sulla riforma - il parere degli Stati Generali dell'istruzione? "La scuola non è dello stato ma dei cittadini - ha dichiarato ieri Valentina Aprea, sottosegretaria all'istruzione - e i cittadini devono poter scegliere il tipo di educazione che vogliono per i loro figli a prescindere da quello che dice lo stato". Parola di sottosegretario che, come è noto, con lo stato non ha nulla a che spartire.
Secondo punto: a Foligno sono state convocate le scuole di ogni ordine e grado e le associazioni di docenti, studenti e insegnanti. In base a quali criteri sono state scelte? Anche questo resta un mistero ma - di certo - una selezione deve esserci stata: Foligno è una piccola città ancora segnate dalle ferite del terremoto con decine e decine di cantieri ancora aperti e l'Auditorium di San Domenico - il luogo scelto per l'incontro - può ospitare non oltre mille persone.
Veniamo all'oggetto: la proposta di riforma elaborata da una commissione composta da Giuseppe Bertagna, Giorgio Chiosso, Michele Colasanto, Silvano Tagliagambe, Norberto Bottami e Ferdinando Montuschi. La bozza non fa quasi in tempo a uscire su Internet quando si scatenano le prime polemiche. Solo il giorno dopo, Tagliagambe dichiara a L'Unità: "Quelle pagine non le conosco e non le condivido". Con lui concorda un altro membro della commissione, Michele Colasanto. Chi ha modificato le bozze? Chi ha aggiunto le 61 pagine in più rispetto alla stesura originale?
Per quanto riguarda le consultazioni telematiche, non pare che in rete - www.istruzione.it - circoli particolare entusiasmo: provare per credere. I test elaborati dall'Istat poi, lungi dall'essere un questionario ragionato e/o ragionevole, sono veri e propri quiz a domanda "chiusa". Sì o no e speriamo di averci azzeccato.
Intanto la ministra va in giro per l'Italia, fa cose, vede gente e - soprattutto - ascolta. E comprende, come scrive, che la scuola italiana "è fatta di luci e ombre" e che la sua vera anima sono i docenti. Nello specifico, quelli che rimarranno a spasso a causa dei tagli previsti dalla finanziaria. E che forse a Foligno non sono stati nemmeno invitati.