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Manifesto: Come ti riduco la classe

Anche in 38 in una classe sola. Le scuole si industriano per dividerli, utilizzando i fondi destinati ai corsi di teatro e di inglese. Accade in alcune scuole genovesi. E i genitori si schierano con i precari

02/10/2009
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il manifesto

Alessandra Fava
GENOVA
Che cosa fare se tuo figlio si trova in una classe di più di 31 alunni? Se lo stanno chiedendo diversi genitori genovesi. In una scuola, due classi seconde del liceo scientifico tecnologico presso l'Istituto tecnico industriale statale Italo Calvino a Sestri Ponente, hanno deciso di protestare ad oltranza e rifiutarsi di trasferire i ragazzi in surplus altrove. In un'altra scuola genovese, l'Istituto professionale di stato per l'industria e l'artigianato Attilio Odero, sempre a Sestri, hanno diviso la classe di 38 in due con l'ausilio di alcuni precari e l'utilizzo dei fondi della scuola altrimenti destinati a corsi di teatro, inglese e attività varie. Insomma due modi diversi di trovare rimedi ai tagli del governo.
Come il manifesto aveva già raccontato il 18 settembre, nelle due seconde, la A e la B, del Calvino ci sono 33 e 32 alunni e all'Odero addirittura una classe con 38. Ieri mattina genitori, alunni, docenti e rappresentanti sindacali del Calvino hanno manifestato davanti alla direzione scolastica regionale in via Assarotti con il supporto del comitato dei precari liguri che ha portato il suo striscione e alla fine una delegazione con due docenti, tre genitori, un rappresentante degli studenti, un rsu e un rappresentante d'istituto sono stati ricevuti dal dirigente dell'ufficio scolastico regionale e provinciale Rosaria Pagano, ma non dal direttore Anna Maria Dominici.
«Abbiamo trovato un dirigente regionale rigido nelle sue posizioni che s'attacca all'applicazione di normative dalla quale non può sottrarsi - ha detto il presidente del consiglio d'istituto Paolo Collu alla fine dell'incontro - speravamo di costruire una collaborazione tra genitori, alunni, dirigente scolastico, invece abbiamo trovato un muro di gomma. Non si riesce a scardinare la posizione del direttore scolastico regionale Dominici e tantomeno del dirigente scolastico. Noi parliamo di cose semplici, terra a terra come che sino a giugno scorso c'era una terza seconda classe e invece loro ci prospettano come possibile soluzione il decreto salva precari, ma noi vogliamo che sia ricostituita la terza classe».
A sentire i genitori, la scuola sta facendo ogni tipo di pressione per cacciare un tot di alunni e riportare le due seconde alla normalità (almeno il tetto dei fatidici 31 fissato dal ministro Gelmini): «Venerdì scorso è arrivato in classe un dirigente della direzione scolastica che ha spiegato ai ragazzi come cambiare scuola, tra l'altro vorrei far presente che i nostri figli sono minorenni - ha detto Nadia Bovone, una delle madri - poi il giorno dopo a una decina di noi è arrivata una lettera del direttore della scuola e dopo poche ore ci hanno chiamato per dire che il nulla osta per un'altra scuola era pronto». Il colmo dell'assurdo è che la decina di alunni da allontanare sono stati scelti secondo certi criteri: «Hanno preso chi arriva da un altro istituto come mio figlio o chi abita fuori sede - spiega un'altra madre - ma se devi andare a un'altra scuola te lo devono dire all'iscrizione, non certo a scuola iniziata».
In effetti la lettera della dirigente scolastica Daniela Cambiaso ai genitori, datata 25 settembre, non potrebbe essere più chiara: dopo aver ammesso che le due classi «sono molto numerose», si legge che «l'ufficio scolastico regionale per la Liguria ha comunicato l'impossibilità di istituire una terza di questo indirizzo. Risulta che presso altri istituti scolastici cittadini o di provincia esistono classi seconde delle stesso indirizzo una delle quali composta da 20 alunni: quest'ultimo numero determina una situazione più favorevole per il percorso scolastico degli alunni. Si invitano pertanto le SS.LL (signorie loro) a riflettere su tale possibilità». La lettera ai genitori è ispirata anche dalle pressioni del dirigente scolastico regionale Dominici che in una lettera privata al direttore del Calvino le dice chiaramente che primo, non doveva prendere così tanti alunni e secondo, l'unica scappatoia ora è ridurne il numero.
Insomma secondo la direzione scolastica regionale la colpa è della direttrice (come si chiamavano una volta). Infatti anche la dirigente scolastica regionale e provinciale Rosaria Pagano che ieri ha ricevuto la delegazione del Calvino dopo aver precisato che «abbiamo provato con un dirigente tecnico a contattare i genitori per prospettare l'iscrizione a un istituto vicino ma nessuno vuole forzare nessuno. Non è di nostra competenza trasferire i ragazzi ad anno iniziato» attacca la scuola aggiungendo che «d'altra parte non ci è stato comunicato il numero giusto degli alunni dalla scuola, si sono accorti che erano troppi per classe solo ai primi di settembre. Se i genitori preferiscono restare in classi con un numero di alunni leggermente superiore ne prendiamo atto. Certo il dirigente scolastico se ne assume la responsabilità in termini di sicurezza e di organizzazione didattica».
La pressione psicologica così scende sul direttore scolastico. D'altra parte anche i genitori le hanno scritto di recente una lettera dicendo che la riterranno responsabile anche dal punto di vista penale per ogni problema. E così pare che nelle ultime ore una delle classi sia stata trasferita al primo piano per evitare problemi di sovrappeso ai piani superiori. Tra l'altro madri e padri dei ragazzi hanno anche tirato fuori una normativa che prevede un metro e 96 centimetri per ogni alunno, misure che sono violate ampiamente nelle due seconde del Calvino. Quindi il comitato dei genitori da una parte ha intenzione di dare battaglia con denunce specifiche che verranno annunciate entro un paio di settimana e vogliono creare una rete con altre scuole dove ci sono troppi alunni (ad esempio il liceo Pertini, Klee-Barabino, l'Istituto Arte di Chiavari hanno classi che superano i fatidici 31 e altri quattro istituti che risultano fuori dalle regole per la sicurezza). Quindi in futuro intendono andare a bussare alle porte dell'assessore regionale alla scuola e del presidente della Regione Liguria piuttosto che fare ricorsi alla Corte costituzionale.
Diversa la scelta operata all'Odero: «La classe di 38 alunni non esiste più - spiega il direttore Gennaro Schettino - sono riuscito ad ottenere che un certo numero di ore, 18, siano coperte dai precari e per il resto facciamo con risorse proprie, vale a dire il fondo dell'istituto e il recupero dei dieci minuti. Non è la soluzione - ammette il direttore - ed è tutto da vedere come funzionerà». In pratica la terza di 38 alunni è stata divisa in due: mentre alcuni alunni sono nelle officine, gli altri stanno in classe e viceversa. Diciotto ore sono coperte con supplenti esterni e quindi trovano lavoro alcuni precari e altre diciotto ore vengono recuperate con straordinari. Per pagare il tutto la scuola ci mette i suoi fondi di solito destinati ad attività alternative, e di solito spalmati su tutte le classi. Morale: sarà difficile che le altre classi riescano a fare inglese, teatro o attività non previste strettamente dal programma. Schettino, che all'Odero è stato docente dal '76 all'87 e poi preside del '90 a oggi dice che l'offerta formativa è notevolmente calata rispetto al passato: «È una politica che va avanti da 15 anni a questa parte senza distinzione di colore politico dell'esecutivo. Tagli tagli tagli, ne risentiranno le generazioni future, anzi mi sentirei di dire quelle presenti». Un altro preside piuttosto navigato che preferisce restare anonimo commenta che «una qualche riforma andava fatta, ricordo che in una scuola avevo una classe con 9 alunni e 15 insegnanti. Certo che una riforma fatta così con tagli da mannaia mette a serio repentaglio tutta l'istruzione».


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