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Manifesto: Come sfidare l'attacco alla scuola pubblica. Un'agenda per il 2009

L'unica salvezza che abbiamo tutti è continuare la lotta dal basso plesso per plesso come le strade di questo autunno ci hanno insegnato

30/12/2008
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il manifesto

Militant A

Dobbiamo mettere a frutto questi mesi di movimento contro la riforma Gelmini. Il governo ha sbandato e fatto dei passi indietro rispetto ai primi di settembre, ma ha delle mire troppo invasive e interessate per fermarsi. Il ministro in particolare ha la sua missione da compiere: smontare la scuola pubblica. E procede in questa direzione. Il 18 dicembre sono usciti i regolamenti attuativi e il cambiamento in peggio è così violento e rapido da restare sconvolti. Sento già di genitori che stanno ri-organizzando l'anno prossimo per prendere i loro figli a mezzogiorno e mezzo e altri che si informano sulle scuole private della zona. Bisogna capire bene quello che sta succedendo e reagire subito perché nei prossimi mesi si balla. Il 28 gennaio si aprono le iscrizioni alla scuola primaria dell'era Gelmini anno primo. Rispetto al decreto 137 abbiamo ottenuto di poter scegliere tra diversi modelli di organizzazione scolastica ed è ricomparso in modo ufficiale il tempo pieno con due maestre, ma tutta la materia è così delicata, complicata e compromessa dai tagli che ci avviciniamo a questo momento nella più completa confusione e incertezza. C'è una grandissima ansia nel mondo della scuola. L'unica salvezza che abbiamo tutti è continuare la lotta dal basso plesso per plesso come le strade di questo autunno ci hanno insegnato. Il terreno è fertile, l'intera Italia è sensibilizzata, e anche se in questo momento sembra un po' in silenzio è pronta comunque a rialzarsi in piedi per portare a casa dei risultati concreti. Sperare in una vittoria vera sul maestro unico e i tagli è forse da pazzi, ma noi ci crediamo ancora e iniziamo il 2009 così: da pazzi di speranza.
Che fare? La confusione vale per noi ma anche per il ministero. Possiamo scegliere tra 24 ore e «maestro unico», 27 e 30 ore col maestro «prevalente» più «maestri accessori», 40 ore con due maestre interne. È una girandola di orari e di modelli a cui non sanno neanche bene loro come fare fronte. Dobbiamo trasformare le iscrizioni del 2009 in una sorta di referendum dal basso per rifiutare il maestro unico e «votare» compatti scrivendo: tempo pieno dalle 8.30 alle 16.30 con le due maestre interne e compresenze. E il modulo chi fa il modulo. E poi trarre le conclusioni pretendendo l'organico necessario. In alcune scuole di province isolate danno già per perso il tempo pieno e obbligano alle 24 ore, non so se questo è un abuso di potere, ma certo sono tradimenti professionali di dirigenti scolastici troppo zelanti e servili a cui far fronte mobilitando il massimo del casino. Noi genitori dobbiamo batterci per avere tutto l'arco della scelta, anche occupando i provveditorati. Siamo obbligati alla lotta perché la fregatura dei regolamenti sta nella frase «salvo disponibilità dell'organico» e nella eliminazione delle compresenze che mina la qualità dei progetti pedagogici creando degli orari spezzatino. Alcune scuole saranno «costrette» alla scelta del maestro unico dalla mancanza di organico, mentre altre a tempo pieno saranno un paradosso, con 10 maestre da 4 ore ciascuna in una sola classe, come un liceo alle elementari, un caos completo.
Sul tempo pieno dobbiamo sfidare il governo senza retrocedere, perché nei momenti più drammatici della lotta si è spinto molto in là con le promesse, che non verrà toccato ecc. ecc. Ora è il momento di non farcelo scippare sotto gli occhi. Questa deve essere una trincea. È qui che abbiamo sfondato il bacino elettorale della maggioranza. È un nodo strategico: per la sua importanza sociale (sia il papà che la mamma hanno bisogno di lavorare), per il suo progetto pedagogico e per il cavallo di Troia che rappresenta. Le famiglie del nord che lavorano e mandano i figli a scuola dalle 8.30 alle 16.30 e votano lega, sono con noi in questa battaglia che è trasversale. Berlusconi lo sa e lo teme, Cota l'ha detto chiaramente. Hanno abbassato la testa rispetto ai diktat iniziali perché su questo abbiamo il consenso del paese. Il vero sogno che c'è dietro la Gelmini è quello di cucinarci un maestro unico di 24 ore alla settimana per tutti più «dopo scuola» con le cooperative sedicenti cattoliche a venderci i servizi del pomeriggio con il placet di Formigoni. Ma su questo non passano. Nella commissione cultura la stessa maggioranza ha messo al primo posto la tutela del tempo pieno e poi, per chi lo vuole, l'opzione maestro unico. Questi mica sono scemi come i Fioroni e le Garavaglia che tradiscono il loro elettorato a ogni passaggio. Dobbiamo farci forza anche con queste cose. Mi pare che in tutte le città siamo pronti. Pronti anche a ri-occupare le scuole se necessario per dare un segnale di allarme, decine di scuole in decine di città. Siamo legittimati a farlo da quello che è successo nei mesi passati. Scioperi, occupazioni, manifestazioni di ogni tipo, striscioni in ogni scuola, milioni di persone coinvolte e tutto con un linguaggio fresco e di buon senso. L'8 gennaio i coordinamenti genitori insegnanti di Roma e provincia si incontrano alla scuola Iqbal Masih, e so che anche in altre città faranno altrettanto. Bisogna essere rapidi nel prendere l'iniziativa perché siamo ancora in partita.
Infine, poiché solo il 5% dei bambini del sud fa le 40 ore, con questi regolamenti l'Italia si dividerà in due: al Nord il tempo pieno (magari anche ampliato), al sud il maestro unico e a mezzogiorno e mezzo a casa, il centro in bilico. Cosa dicono Saviano e il presidente Napolitano di questa vergogna? Altro che caserme dei carabinieri, le scuole elementari sono il presidio di democrazia più diffuso e capillare del territorio, sono loro il vero ingresso verso una cittadinanza.
Un augurio allora ai bimbi e alle bimbe di questa Italia e a tutti noi di un 2009 a tempo pieno. All'orizzonte si avvicinano i bombardieri per fare strage dell'organico e porre fine a progetti pedagogici di altissima qualità. Ma piccoli cittadini di questo paese state certi che gli adulti che vi vogliono bene proveranno a ribaltare in ogni scuola gli ordini che vengono dall'alto. E lotteremo insieme.


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