Manifesto-Colonna di Francia
Elementari dalle 8.30 alle 16.30 per tutti, per chi vuole atelier fino alle 18 ANNA MARIA MERLO PARIGI La scuola elementare in Francia, anche se l'istruzione obbligatoria è per legge da 6 a 16 an...
Elementari dalle 8.30 alle 16.30 per tutti, per chi vuole atelier fino alle 18
ANNA MARIA MERLO
PARIGI
La scuola elementare in Francia, anche se l'istruzione obbligatoria è per legge da 6 a 16 anni, inizia in realtà già dai 3 anni. Difatti, il 100% dei bambini di 3 anni è scolarizzato gratuitamente (lo è il 35% a 2 anni) e alla maternelle si svolge il ciclo I (primi apprendimenti) e inizia all'ultimo anno il ciclo II (apprendimenti fondamentali), che si concluderà con il secondo anno delle elementari (grande sessione della materna, cp, cioè prima elementare e CE1, la seconda). Il ciclo III (approfondimento) sono gli ultimi tre anni prima delle medie (collège). I nuovi cicli sono diventati operativi nel 2000, ma già dal 1995 sono stati modificati i programmi, centrati sugli insegnamenti di base. Anche l'orario è stabilito per legge, a 26 ore la settimana: per il ciclo 2, 9 ore di francese, di cui una può essere di insegnamento di un'altra lingua, 5 ore di matematica, 4 ore di scoperta del mondo ed educazione civica, 6 ore di educazione artistica e sportiva (la piscina fa parte dei programmi) e 2 ore di altre attività. In genere, i bambini vanno a scuola dalle 8.30 alle 16.30, la maggioranza mangia alla mensa che esiste in ogni scuola, e possono restare a scuola fino alle 18, svolgendo attività varie (gli ateliers, che possono essere culturali o sportivi, a pagamento con progressività in base al reddito). La scuola va dal lunedì al sabato mattina, con un'interruzione il mercoledì (giornata di riposo che aveva richiesto nel 1905 la chiesa cattolica - all'inizio era il giovedì - per poter lasciare il tempo dell'istruzione religiosa, che è esclusa dalla scuola pubblica). Oggi, in molte scuole, il sabato mattina è stato sostituito dai corsi del mercoledì. Durante l'anno scolastico sono previste varie uscite, anche di due settimane consecutive (classes de neige, classes nature, classes de mer, ecc.): gli alunni vanno con il maestro o la maestra in varie destinazioni, dove i corsi continuano, ma si affianca anche un'altra attività (sportiva o di scoperta). I costi sono bassi e, per chi è in difficoltà, c'è la gratuità.
Il maestro o la maestra cambiano ogni anno e le lezioni prevedono l'intervento di altri insegnanti (per le lingue, il computer, il disegno, lo sport). Le classi sono abbastanza numerose (20-28 bambini) e, benché sia diffuso il metodo Freinet, molti maestri fanno ancora ricorso a vecchi metodi (come le punizioni: scrivi dieci volte...). Non esiste la promozione d'ufficio: gli insegnanti possono decidere che un allievo passi un anno di più alle elementari, se non è preparato. In questo caso, i genitori, se non sono d'accordo, possono fare ricorso all'ispettorato. Gli allievi in difficoltà possono godere dell'appoggio del Resed, una rete di psicologi e maestri.
La scuola elementare, tradizionalmente, è stata la colonna vertebrale della costruzione del "cittadino". Ma oggi molte difficoltà esistono. Di fatto, visto che esiste la "carta scolastica" - la scuola è determinata dal luogo di residenza - esistono differenze notevoli tra elementare ed elementare, a seconda del quartiere dove sorge. Inoltre, quest'anno, il governo di Jean-Pierre Raffarin ha tagliato dei corsi: per esempio, benché gli allievi utilizzino il computer che esiste in ogni classe, per i primi due anni delle elementari non ci sono più dei corsi di informatica fuori dai muri della scuola (ma in orario scolastico) come c'erano fino all'anno scorso.