Manifesto: «Ci hanno arrestato solo per colpire tutto il movimento»
MILANO Sono stati scarcerati i due studenti arrestati martedì. L'11 dicembre il mondo della scuola in piazza
Luca Fazio
MILANO
«Scarcerazioni facili». Il vice sindaco di Milano, Riccardo De Corato, utilizza una formula abusata e fuori luogo - come sempre, del resto - per commentare il rilascio dei due studenti che sono stati arrestati martedì scorso durante il corteo prima blindato e poi caricato dalla polizia. Effettivamente i due, dopo una notte trascorsa sui materassi in via Fatebenefratelli, ieri sono stati immediatamente scarcerati dal giudice, e non si devono nemmeno sottoporre all'obbligo di firma come richiesto dal pm.
Il processo a loro carico per lesioni e resistenza aggravata è stato aggiornato al prossimo 25 novembre.
«Non avevamo dubbi - argomenta De Corato - che i due studenti arrestati sarebbero stati subito liberati. Nonostante i precedenti penali degli accusati (non hanno precedenti, ndr), i poliziotti picchiati e l'interruzione di pubblico servizio. Una prassi, quella della scarcerazione facile e dei processi fissati a distanza, che accomuna il trattamento degli affiliati ai centri sociali, ai clandestini, puntualmente rimessi in libertà. Paradossalmente le forze dell'ordine saranno messe sotto accusa, nel classico stravolgimento e deformazione della realtà cui siamo da tempo abituati».
Gianmarco Peterlongo, 20 anni, ex studente del liceo Manzoni, primo anno di sociologia, è uno dei due scarcerati facili. Sostiene che il suo arresto e quello di Matteo Tunesi (entrambi sono noti come militanti del centro sociale Cantiere) doveva servire da lezione a tutto il movimento. «Io e altri tre - spiega - eravamo in coda al corteo che stava scappando dalla polizia che caricava. Mi sono visto arrivare addosso un agente in borghese della digos. Mi hanno buttato per terra. La mia resistenza all'arresto è stata tutta qui. Hanno preso noi quattro solo perché eravamo gli ultimi della manifestazione e con un megafono in mano, dunque i più vicini da catturare. Il nostro arresto vuole colpire tutto il movimento, è vero che dall'anno scorso è passata tanta acqua sotto i ponti ma l'Onda non si è fermata, continuiamo a fare paura, lo sgombero del liceo civico serale Gandhi, gli arresti della settimana scorsa per la faccenda della libreria di Cl alla Statale, i nostri stessi arresti, ne sono la prova evidente».
Fuori dal Tribunale, ad aspettare Gianmarco e Matteo, ieri c'erano centinaia di studenti. Baci, abbracci, pacche sulle spalle e propositi di continuare a lottare si sono trascinati in corteo fino in piazza Fontana. Ciò che resta del movimento milanese (ciò che resta di tutta la sinistra più o meno diffusa e depressa milanese) ha scelto ancora una volta questa piazza - nel 40esimo anniversario della strage - per ritrovare la strada e la voglia di ripartire.
Sarà un 12 dicembre speciale, e per venerdì 11 gli studenti, dopo aver oliato il meccanismo con occupazioni e autogestioni, hanno promesso di tornare protagonisti. Probabilmente, meno soli del solito.