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Manifesto: Cgil: «I coefficienti non si toccano»

La segretaria confederale Morena Piccinini spiega le condizioni sulle quali il sindacato non intende trattare

09/05/2007
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il manifesto

Galapagos
«Anticipare non è semplice: non sappiamo cosa il governo ci dirà. Andiamo per ascoltare, per avere un quadro di riferimento sul quale ragionare e decidere. Ma andiamo all'incontro senza idee. Ci sono cose che non possiamo assolutamente accettare: la prima è che il governo non deve presentarsi al tavolo proponendoci una modifica dei coefficienti di sostituzione», mi dice Morena Piccinini, segretaria confederale Cgil con delega alle pensioni. Da alcuni giorni si intensificano le voci sulle proposte che il governo farà ai sindacati. Prodi ha affermato che il progetto del quale tutti parlano (quello elaborato dal ministro del lavoro Damiano) è solo uno dei tanti. Inoltre si straparla della modifica dei coefficienti di sostituzione, che provocherebbero una forte riduzione dell'importo della pensione. Se ne parla così tanto che un sottosegretario di Rifondazione ha precisato: la riduzione non si applicherà alle rendite più basse.
Ma la Cgil che dice?
Lo ripeto: non siamo disponibili alla riduzione dei coefficienti. Quello che chiediamo, invece, è l'abolizione dello «scalone», un impegno previsto esplicitamente nel programma del centro sinistra. Di più: la riduzione dei coefficienti penalizzerebbe soprattutto i giovani che sono attesi da un sistema contributivo fortemente penalizzante.
Circolano voci di abolizione dello scalone sostituito dagli scalini con l'innalzamento dell'età pensionabile a 62 anni.
Il sistema pensionistico deve conservare la struttura attuale. Occorre ripartire dai 57 anni di anzianità e siamo decisamente contrari a elevare a 62 anni l'età minima per poter accedere alla pensione.
In Cisl, però, circola la proposta di quota 95 ottenuta sommando l'età anagrafica con i contributi versati per attività lavorativa.
E' una proposta come tante, ma non è la proposta della Cgil.
Mi sembra inevitabile che il governo si presenterà all'incontro parlando di allungamento della probabilità di vita, di compatibilità e via dicendo.
Gli ultimi dati Istat dimostrano che, dopo una crescita negli ultimi anni, c'è una stabilizzazione della probabilità di sopravvivenza. Quindi il problema su questo fronte non si pone.
E sul nodo delle risorse per coprire l'abolizione dello scalone a che stadio siamo?
Anche in questo caso il governo deve fare molta chiarezza. Le risorse non sembrano mancare. Un dato: con la legge finanziaria per il 2007 sono stati decisi tutta una serie di aumenti dei contributi. Sia per i lavoratori autonomi che per i dipendenti e gli apprendisti. Secondo i calcoli del governo si tratta di oltre 5 miliardi di euro di maggiori entrate. Ma c'è di più: chiediamo una attenta verifica dei conti perché è emerso che negli ultimi anni sono stati incassati 11 miliardi più del previsto. Senza contare che l'occupazione regolare sta aumentando soprattutto per quanto riguarda l'immigrazione. Insomma, i soldi stanno arrivando, grazie anche allo lotta all'evasione fiscale e contributiva attuata da questo governo e più in generale grazie a provvedimenti come quello sulla regolarizzazione del lavoro nero, soprattutto nell'edilizia, e quello della progressiva eliminazione di lavori atipici, come quello dei dipendenti dei call center.
Ma non c'è anche il problema di milioni di persone con pensioni troppo basse?
Sicuramente è un problema, e infatti chiederemo un innalzamento progressivo delle pensioni. Inoltre, a proposito di chiarezza, vogliamo che il governo distingua con precisione i costi della previdenza separandoli da quelli dell'assistenza che vanno portati a carico della fiscalità generale.


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