Manifesto-Catechismo per sempre
Catechismo per sempre Il provvedimento si nasconde tra le righe di una circolare che abolisce la facoltà di avvalersi dell'insegnamento della religione cattolica all'inizio di ogni anno. La scelta ...
Catechismo per sempre
Il provvedimento si nasconde tra le righe di una circolare che abolisce la facoltà di avvalersi dell'insegnamento della religione cattolica all'inizio di ogni anno. La scelta vale per tutto il ciclo scolastico
CINZIA GUBBINI - ROMA
Le vacanze di Natale e il fermento per la preparazione degli Stati generali non hanno fermato le grandi manovre dentro agli stanzoni del ministero dell'istruzione. Mentre il ministro Moratti raccoglieva il flop della consultazione "aperta" sul testo del professor Bertagna, piccoli ma per nulla innocui cambiamenti venivano approvati tramite l'insidioso strumento delle circolari. Le circolari vengono stilate, diramate, hanno il sapore di un neutro e efficiente atto amministrativo, e poi - tra le righe - contengono delle belle sorprese.
Il regalo di Natale del ministero alla scuola pubblica - l'ennesimo - è contenuto nella circolare 174, firmata il 14 dicembre 2001. Qualche clamore quella circolare l'aveva creato stabilendo l'anticipazione delle iscrizioni rispetto agli anni precedenti.Ma leggendola attentamente si scopre qualcosa in più: la scelta dell'insegnamento della religione cattolica, da quest'anno, non deve più essere rinnovata annualmente ad ogni iscrizione. La scelta del primo anno vale per tutto il percorso scolastico "ferma restando la possibilità di cambiare". Certo. Se qualcuno lo sapesse. E poi perché complicare le cose, visto che ricevere il modulo per scegliere l'insegnamento della religione cattolica è un'abitudine per le famiglie italiane? Si tagliano i fondi e si risparmia sulla carta?
Il dubbio è lecito, e anche l'indignazione. Quella del Comitato "Scuola e costituzione", ad esempio. A cui la striminzita comunicazione non è sfuggita. Soprattutto ai componenti del Comitato bolognese che nei mesi scorsi si erano già trovati a fare i conti con una storia simile. La Curia bolognese, infatti, aveva diramato tramite il Provveditorato - e già questo è curioso - un comunicato in cui, tra l'altro, si dichiarava illegittimo che le scuole consegnassero il modulo ogni anno, e che la scelta dovesse valere per tutto il ciclo. Il Comitato bolognese Scuola e costituzione chiese immediatamente un incontro al dirigente regionale del provveditorato, il quale pochi giorni dopo emise un comunicato in cui precisava che il documento diramato in precedenza alle scuole conteneva esclusivamente considerazioni della Curia. Una vittoria, insomma. "Ma la circolare del ministero rimette tutto in discussione - afferma Bruno Moretto, segretario responsabile del Comitato bolognese - è lampante che il ministero ha fatto propria un'indicazione della Curia che in questo modo entra nell'universo di chi non si avvale dell'insegnamento della religione cattolica. Diciamoci la verità: per quale motivo la Curia deve lamentarsi del fatto che ogni anno le famiglie fanno la scelta dell'insegnamento? E' un modo per penalizzare chi non vuole avvalersene". Se il governo non può rendere obbligatorio l'insegnamento della religione cattolica - è il succo - fa di tutto per ostacolarne la libera scelta. Intanto, la Conferenza episcopale plaude alla decisione del ministero.
D'altronde siamo ormai a quota 1024 miliardi dirottati dall'ultima finanziaria sulla scuola privata (infanzia, elementari e medie). Da una parte parità scolastica, dall'altra rafforzamento della presenza dei "privati" - Curia compresa - nella scuola pubblica. E proprio per contrastare i finanziamenti pubblici alle scuole parificate, l'Associazione nazionale Per la scuola della repubblica ha presentato due ricorsi al Tar del Lazio. Uno contro il decreto ministeriale 147 sulla concessione di contributi alle scuole materne non statali, e un altro contro il decreto del 16 ottobre che conferisce sussidi alle scuole secondarie non statali.