Manifesto: Campanella avvelenata
Gelmini show per l'inaugurazione dell'anno scolastico. Inizia attaccando i professori «troppo politicizzati», poi ammonisce la sinistra ed infine conferma il limite massimo del 30% per classe di ragazzi non italiani
Gelmini show per l'inaugurazione dell'anno scolastico. Inizia attaccando i professori «troppo politicizzati», poi ammonisce la sinistra («ha terrorizzato per mesi le famiglie») ed infine conferma il limite massimo del 30% per classe di ragazzi non italiani. Il Pd: «Inaccettabile nostalgia del ventennio». In tutta Italia si moltiplicano le mobilitazioni di docenti precari e studenti
Stefano Milani
I docenti precari sono da settimane in mobilitazione ma per lei le emergenze della scuola sono altre. Due in particolare: la politica in cattedra e i troppi stranieri sui banchi. La prima campanella del ministro Gelmini suona come una sirena, un allarme. «Esiste all'interno della scuola una minoranza di dirigenti e di insegnanti che confonde la scuola con l'agone politico», tuona la titolare del Miur domenica in un'intervista al Corsera e ieri durante un soliloquio telefonico di oltre un'ora su Canale 5 dal fido Belpietro. È legittimo avere posizioni politiche, però queste vanno espresse «nelle sedi opportune»: la scuola è «un'istituzione e in quanto tale va rispettata». Nella scuola, dice il ministro, si «applicano le riforme e non si fa politica». La prende larga per arrivare al dunque: troppe le manifestazioni in giro per l'Italia, così «la sinistra terrorizza le famiglie».
Poi si passa ad un terrore tutto suo. Quello di vedere, in un domani più o meno prossimo, classi invase da facce nere, occhi a mandorla e accenti strani. «In alcune scuole - fa presente il ministro con tono di meraviglia - la presenza degli immigrati sfiora il 100 per cento. Queste non sono le condizioni adatte per favorire l'integrazione». Per debellare il «fenomeno» bisogna intervenire prima che sia troppo tardi. E allora le ingegnosi menti ministeriali sono già al lavoro per studiare dei palliativi. Si parte da un tetto massimo consentito di stranieri. Il 30 per cento, non uno in più per classe così da «favorire le condizioni migliori per l'integrazione». Chi rientra nella soglia però mica può passarla liscia così. No, deve seguire pure una nuova materia ad hoc: educazione alla cittadinanza e costituzione. Così da apprendere «i principi basilari del vivere civile». Sui corsi di idiomi e culture locali c'è da attendere ancora un po', il tempo che Lega torna alla carica portando la pistola alla tempia del governo: o il dialetto o le urne!
Poi anche sulla carenza di fondi lamentata dalle scuole, il ministro risponde che «è una polemica che non sta in piedi, conosciamo tutti le condizioni restrittive imposte dalla crisi e dal bilancio dello stato. Non si può usare l'assenza di risorse per non applicare le riforme». Segue la minaccia: il ministero sta «costituendo un nucleo di valutazione di attuazione delle riforme» per controllare che siano realmente applicate. Ma tra gli obiettivi di viale Trastevere c'è anche una riduzione della mobilità degli insegnanti. «Va a danno degli studenti e della qualità della scuola. Per questo stiamo lavorando per fare in modo che i dirigenti scolastici abbiano la facoltà di mantenere gli insegnanti nello stesso istituto e nella stessa classe per almeno un biennio». Questo parole, i fatti dicono (fonte del notiziario specializzato Tuttoscuola) altro. Dicono che quest'anno saranno oltre 180mila gli insegnanti che cambieranno sede. Di questi, solo 70mila lo faranno per scelta, mentre gli altri vi saranno costretti perché, in quanto precari, vengono nominati di anno in anno su sedi diverse.
Com'era prevedibile, le parole del ministro Gelmini hanno suscitato un'immediata levata di scudi da parte dell'opposizione, Pd in testa. «Con la stessa tecnica di Brunetta, anche la Gelmini denigrando gli insegnanti vuole colpire e denigrare il sistema dei servizi pubblici», ha commentato Rosy Bindi. Di «inaccettabile nostalgia del Ventennio» ha parlato la capogruppo in commissione Istruzione alla Camera Manuela Ghizzoni. «Non c'è quasi città in cui oggi non vi sia una protesta di piazza, e tutto quello che il ministro riesce a fare è provare a intimidire gli insegnanti» ha chiosato Mariangela Bastico. Critiche piovono anche dal centro. L'anno scolastico si apre all'insegna «dell'incertezza più totale, il ministro lasci perdere i professori politicizzati e si concentri sui problemi reali che affliggono la scuola», dice il segretario dell'Udc Lorenzo Cesa. «Allibiti» anche gli studenti dalle «nuove sparate» del ministro che non aiutano certo a rasserenare il clima, già piuttosto incandescente.