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Manifesto: Boom di bocciati agli esami

Nel primo anno dell'era Gelmini in 15 mila non prendono la maturità Stangata anche alle medie con 3 mila falcidiati dal 5 in condotta

14/07/2009
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il manifesto

Mariangela Maturi
MILANO
I primi risultati confermano: la riforma Gelmini ha mietuto le sue prime vittime. Quest'anno sul campo sono rimasti 15mila bocciati alla maturità, 3mila studenti in più rispetto all'anno scorso.
Se nel 2008 a non passare il rush finale erano stati il 2,5% degli alunni, quest'anno la cifra è lievitata al 3,1%. Non bastasse, dal ministero della pubblica istruzione fanno sapere che sono aumentati anche i non ammessi a medie e superiori. Così com'è aumentato il numero dei rimandati, che se la vedranno con l'esame a settembre.
Ma i più disperati, attualmente, sono gli ex-maturandi falciati ad un passo dalla fine. I dati del ministero non sono ancora definitivi, ma la stima conferma che il giro di vite della riforma è arrivato.
La maturità di quest'anno era temutissima: sui forum on-line degli studenti impazzavano consigli, soffiate, manuali di pronto intervento. A metà giugno erano spuntati addirittura i «10 comandamenti» per superare l'esame di maturità, «ricevuti in sogno dal ministro dell'istruzione». Poche regole, ma buone: «Non desiderare la tesina d'altri», «Onora la commissione», «Cura il look», «Non copiare». Non a tutti è servito, e per 15mila dei maturandi non resta che rassegnarsi a tornare a scuola a settembre. In compagnia dei bocciati delle altre classi: non è stato ammesso agli anni superiori circa il 23% degli studenti degli istituti professionali. Seguono gli istituti tecnici e gli artistici con il 16% di bocciati. Se la cavano meglio gli studenti del classico (4,8%), dello scientifico (6,6%) e del linguistico (5,1%).
I rimandati a settembre sono tantissimi, circa 30mila, ossia il 30% circa degli studenti di ciascuna scuola. Uno studente su tre a settembre dovrà sostenere un esame nelle materie insufficienti per poter essere «reintegrato» e passare all'anno successivo.
La mattanza non fa sconti a nessuno: come alle superiori, anche alle medie la riforma ha fatto saltare qualche testa. Per lo più, teste di «bulli» o supposti tali, ossia tutti i giovani bocciati a causa del basso voto in condotta (che ora fa media) made in Gelmini. I dati parlano chiaro: alle superiori circa 6500 studenti sono stati bocciati per il comportamento (la metà studiano negli istituti professionali). Tutti bulli? Aspettate. Se la passano male anche alle medie, dove non sono stati ammessi alla classe superiore in 12mila. Fra questi, sono stati stanati ben 3mila «bulli», bocciati per il 5 in condotta. In totale, fra medie e superiori, i bocciati per il comportamento sono circa 10mila. Tempi duri per tutti.
O quasi. Un po' meno duri nelle scuole paritarie (private), che soprattutto per l'esame di terza media registrano un trend positivo: le votazioni finali delle paritarie si aggirano su una media di 7,64 decimi, quelle delle statali sul 7,36. Il voto massimo è stato raggiunto dall'11,3% degli alunni nelle scuole paritarie, «solo» dal 7,95% nelle scuole pubbliche. Ma questa è un'altra storia.
Resta il fatto che molti studenti non apprezzano i risultati della scuola modello Gelmini. L'Unione degli studenti (Uds) critica i risultati: «Sono dati allarmanti, dimostrano che si sono irrigiditi i paramenti di valutazione ma non sono aumentate le possibilità di recuperare. I corsi di recupero sono praticamente inesistenti e le offerte didattiche e formative continuano ad essere ridotte a causa della politica dei tagli».
Anche il segretario generale della Flc Cgil, Mimmo Pantaleo, commenta i risultati: «L'alto numero di bocciati segna il ritorno alla scuola del passato, quella selettiva che lascia indietro i ragazzi e produrrà una più alta dispersione scolastica. Da un lato si sostiene che bisogna contrastare i fenomeni di bullismo con il voto in condotta e dall'altro si lasciano le scuole incustodite per mancanza di personale. La verità è che si vuole presentare la scuola pubblica come incapace di formare e perfino di funzionare per finanziare le scuole private, dove non esistono voti in condotta e si è ammessi agli esami senza alcun vincolo, purchè si paghi». Critica anche la posizione di Mariangela Bastico, responsabile scuola del Pd: «La bocciatura è un insuccesso del singolo ma anche della scuola. Non condivido l'entusiasmo del ministro Gelmini».
Si, perchè la ministra dell'istruzione è tronfia del suo risultato: «Siamo tornati ad una scuola che non promuove tutti. E che distingue tra chi studia e chi non studia. Il voto in condotta è stato molto importante, perchè ha portato al rispetto dei compagni, dei professori e degli edifici scolastici». E' la scuola meritocratica che la ministra sogna da tutta una vita. Da quella volta che, per l'esame di avvocatura, è dovuta andare da Brescia a Reggio Calabria per trovare dei parametri meritocratici su misura per lei.


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