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Manifesto-Bocciata la Moratti

Bocciata la Moratti Il Cnpi esprime parere negativo sulla riforma della scuola Scuola Al Consiglio nazionale della pubblica istruzione non piace la legge delega: "una riforma da discutere in parlame...

12/04/2002
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il manifesto

Bocciata la Moratti
Il Cnpi esprime parere negativo sulla riforma della scuola
Scuola Al Consiglio nazionale della pubblica istruzione non piace la legge delega: "una riforma da discutere in parlamento"
CI. GU.
ROMA
Più che bocciatura è una "stroncatura" della riforma Moratti. Che per di più viene da un organo al di sopra di ogni sospetto: il Consiglio nazionale della pubblica istruzione (Cnpi), un po' il "parlamento" del mondo della scuola, in cui vengono eletti i rappresentanti di tutte le categorie del personale scolastico. Il documento votato ieri a larga maggioranza (un voto contrario, quattro astenuti su circa 70 delegati) è durissimo. Al momento del voto era presente anche il ministro che, pare, si sia "riservata" di replicare, perché in questo momento preferisce ascoltare. Ma non insiste a dire che tutto è già pronto, e la sua riforma partirà a settembre? Intanto, il Cnpi boccia la decisione di ricorrere a una legge delega per approvare la riforma: "una riforma di tale rilevanza deve essere il frutto del confronto più ampio possibile, soprattutto del parlamento, sede della sovranità popolare". Ma dove la critica si fa più dura è nel merito. Innanzitutto il Cnpi esprime "preoccupazione" per la decisione di anticipare l'ingresso a scuola a due anni e mezzo per la scuola dell'infanzia e a cinque e mezzo per quella elementare. "La scelta non tiene conto della storia e dell'esperienza della scuola dai tre ai sei anni" dichiara il Consiglio, nonché dei ritmi di svilupppo del bambino. Preoccupazione viene espressa anche per la decisione di prevedere due "canali" ( quello dei licei e quello delle scuole di formazione), che andranno scelti "precocemente" e per i quali l'affermazione di "pari dignità" non fornisce "adeguate garanzie circa l'effettiva uguaglianza delle opportunità formative che i diversi percorsi dovrebbero invece assicurare". L'assenza di tali garanzie comporterebbe "la precostituzione di una irreversibile condizione di selezione, una selezione socialmente intollerabile". Il Cnpi, inoltre, difende l'autonomia scolastica e non condivide "la previsione di riservare alle regioni una quota di orario dei piani di studio". E a proposito del rapporto con le autonomie locali, il Consiglio riconosce la necessità di tener conto delle loro nuove competenze, ma sottolinea anche il rischio di una indiscriminata "devoluzione" che non terrebbe conto della "complementarietà tra gli insegnamenti impartiti e il valore legale del titolo di studio e la sua spendibilità in ambito comunitario". E poi, le perplessità sui tempi dell'attuazione della riforma: "mal si comprende come essendo già ad aprile inoltrato possa essere ipotizzato l'avvio della rifroma dal 1 settembre 2002". E, ribadisce il documento: "La Commissione ritiene che nessuna riforma, e tanto meno quella della scuola, possa essere realizzata a costo zero", pertanto il solo fatto che gli obiettivi della riforma sono legati "alla compatibilità e ai vincoli di finanza pubblica", rende "aleatorio, se non improbabile", la possibilità di raggiungere gli obiettivi che il ministro promette.


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