Manifesto-Bambini nel tempo vuoto
Bambini nel tempo vuoto La sensazione prevalente è che la scuola si sia stufata di una ministra come Letizia Moratti. Forse una manager capace, a scorrere il curriculum, di sicuro una ministra inca...
Bambini nel tempo vuoto
La sensazione prevalente è che la scuola si sia stufata di una ministra come Letizia Moratti. Forse una manager capace, a scorrere il curriculum, di sicuro una ministra incapace di gestire quello che è il primo patrimonio della società civile. Un patrimonio abbandonato a se stesso, con studenti e insegnanti sempre più numeri e non persone, con la scuola primaria ora addirittura in svendita. Niente tempo pieno e maestri "prevalenti", bambini nel tempo vuoto, ecco il progetto Moratti. Un salto indietro a tante generazioni fa con impatti sociali spaventosi nei confronti di milioni di persone. Molti di loro, di noi, saranno oggi in piazza a Roma. Per dire pubblicamente quello che nelle scuole a volte non si può dire, o lo si dice a mezza bocca, grazie a un clima di paura che il ministero pare abbia instaurato nei luoghi dove i nostri bambini e ragazzi vanno ogni giorno. Lo raccontiamo in queste pagine, raccogliendo sussurri e grida e mettendoli a confronto con le maggiori esperienze europee, spiegando perché c'è necessità di un tempo da arricchire invece di un ritorno a un tempo di parcheggio.
Certamente resta l'urgenza di trovare spazio e tempo da dedicare ai nostri figli insieme a quella di coniugare il tempo del lavoro. Colpiva quella mamma in tv che così rispondeva a chi le chiedeva cosa desiderasse da Babbo Natale: "Una baby sitter!". La scuola pubblica a tempo pieno non è e non può diventare una baby sitter, ma deve essere un modello pedagogico da riqualificare, non svuotare. Nel 1991, il settimanale americano Newsweek fece un'inchiesta sulle scuole primarie e stabilì che a Reggio Emilia c'erano le "migliori al mondo", dal punto dei vista dei bambini. Un punto di vista che questo ministro evidentemente non ha. (f.p.)