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Manifesto: Al via il G8 dell'università. L'Onda si prepara al controvertice del dissenso

Parte oggi a Palermo e proseguirà poi a Torino il summit mondiale accademico. Una «pagliacciata» per il movimento studentesco

08/05/2009
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il manifesto

Stefano Milani
Parte oggi il G8 University summit. Detto così, con l'ufficialità della lingua inglese, gli fa assumere un certo tono e, quasi quasi, fa pensare a una cosa seria. In realtà tutto conduce al già visto e già sentito, alla solita sfarzosa sfilata dei cosiddetti «grandi», per qualche giorno rinchiusi nelle segrete e lussuose stanze a filosofeggiare sui massimi sistemi. In questo caso sull'università. Prima tappa a Palermo (oggi e domani) poi i lavori si sposteranno a Torino (17-19 maggio). Più che un vertice una «pagliacciata» dicono gli studenti dell'Onda che per l'occasione torneranno a riempire le piazze contro «le politiche capitalistiche dell'istruzione» in generale e «contro la riforma Gelmini» in particolare. Ma riempiranno anche i loro atenei, mettendo su un vero e proprio controvertice, parallelo a quello ufficiale, pieno di dibattiti e iniziative che culmineranno nella giornata del 19 maggio quando ci sarà prima un'assemblea nazionale mattutina dell'Onda torinese nella quale affluirà tutto il movimento studentesco italiano e poi con un corteo nazionale. L'antipasto di questo caldo maggio è a Palermo, dove oggi è prevista una manifestazione che partirà alle 16 dal Teatro Massimo e diretta alla sede del G8, che si inaugurerà qualche ora prima alla Società Siciliana per la Storia Patria in piazza San Domenico. «Il nostro obiettivo - dice Giorgio Martinico dell'Onda palermitana - è far capire a questi signori che l'università che loro hanno in testa noi non la vogliamo».
Salendo per lo stivale la musica non cambia, e la rete anti-G8 torinese già da qualche giorno ha cominciato a dissentire. Chiare le ragione della protesta. Innanzitutto i ragazzi ce l'hanno con i rettori che «non hanno mai espresso una reale criticità nei confronti della distruzione alla quale stiamo assistendo e che hanno anzi permesso che l'istruzione fosse sempre più depauperata come bene comune». L'intento del G8 è meritorio, almeno sulla carta. I lavori saranno infatti dedicati alla sostenibilità globale, sociale e umana o per citare il rettore del Politecnico di Torino, Francesco Profumo, uno dei più attivi promotori dell'evento, alle «5E» (Energy, Economy, Ethics, Environment and Education). Ma i ragazzi non abboccano: «Noi siamo convinti, al contrario, che proprio la totale mancanza di credibilità di questi soggetti di fronte a questioni come la devastazione ambientale e le diseguaglianze su scala mondiale rafforzi in realtà le ragioni della protesta». Se il G8 «è, semmai, uno dei principali responsabili di quello a cui si dichiara di voler porre rimedio, dall'altro, anche gli organi di direzione degli atenei (sia pure in modi diversi), hanno condiviso responsabilità su più livelli nei dispositivi della "globalizzazione neoliberista", contribuendo alla rimessa in discussione del carattere di "bene comune" dei processi di produzione e trasmissione dei saperi».
A tagliare il nastro del G8 torinese dovrebbe esserci il ministro Gelmini. E l'Onda è pronta ad «un'accoglienza speciale». Come già successo il 28 ottobre scorso, dicono gli studenti, «manifesteremo tutte le nostre criticità al suo inaccettabile progetto di ristrutturazione della scuola e dell'università», provando ad invitarla ad un confronto. Ma non è detto che accetti il dialogo. Come è già capitato anche nel recente passato, infatti, ogni qual volta sente odor di contestazione il ministro improvvisa sospetti impegni dell'ultima ora.


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