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Manifesto: «Adotta uno studente italiano» E la «Vague» diventa europea

Onde di cervelli in fuga coi programmi Erasmus o Leonardo anche in Europa, anche perché a restare senza contributi finanziari potrebbero essere presto proprio le esperienze formative all'estero.

15/11/2008
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il manifesto

Onde di cervelli in fuga coi programmi Erasmus o Leonardo anche in Europa, anche perché a restare senza contributi finanziari potrebbero essere presto proprio le esperienze formative all'estero.
E così a Barcellona, Madrid, Anversa, Berlino, Siviglia, Parigi, Lione, Copenhagen, Londra, Valencia, Granata, Istanbul, Amburgo, Manchester e Francoforte, si sono dati appuntamento con un libro in mano, a leggere «per protesta» seduti davanti alle sedi dei consolati italiani. Tra gli slogan più gettonati c'era «Adotta uno studente italiano». Ad Aarhus, Danimarca, ha sfilato il corteo del collettivo «Erasmus in movimento». A Barcellona un «presidio italiano permanente», formatosi anche con la complicità di Facebook, si è riunito tutte le sere per diversi giorni. Tra gli organizzatori una neo-laureata dell'«Alma mater» di Bologna, Giò Naimoli, che ha fatto notare che il programma Leonardo con cui è potuta partire per Barcellona, stando a quanto recita il portale dell'università www.unibo.it, è privo di finanziamenti già per l'anno accademico 2008/2009. «Sappiamo che i tagli porteranno a una massiccia riduzione delle borse di studio, già esigue, per le esperienze formative all'estero - scrivono gli studenti nel documento che hanno presentato al console - che si tratti di Erasmus, Leonardo, tesi all'estero o doppia laurea. Noi che abbiamo usufruito di tale possibilità - continuano - non volgiamo che venga negata ai più giovani l'opportunità di crescere e confrontarsi con realtà diverse da quella italiana». A Parigi, dove la comunità di studenti e ricercatori italiani è particolarmente numerosa, la «Vague» anomala ha visto scendere in piazza oltre trecento persone. In contemporanea con la manifestazione nazionale di Roma, studenti e ricercatori hanno fatto sentire la loro voce attraverso un sit-in a Chaussee de la Muette, a pochi metri dal Consolato italiano. I manifestanti hanno appeso alcuni striscioni e distribuito materiale informativo della rete No Gelmini Parigi. Una delegazione di studenti è stata ricevuta dal console, Luca Maestripieri, a cui è stato consegnato un documento di critica alle leggi 133 e 169 in materia di istruzione e formazione. «Un Paese che non investe sulla ricerca è un Paese senza futuro»: è stato questo l'allarme lanciato dai manifestanti, che hanno ricordato che «in Francia i docenti al di sotto dei 35 anni rappresentano il 12 per cento del totale, in Italia solo l'1 per cento».


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