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Manifesto-A scuola dai padroni

A scuola dai padroni Via libera al decreto Moratti: abolito l'obbligo scolastico, formazione nelle aziende L'opposizione insorge: provvedimento incostituzionale, che separa i figli dei ricchi da q...

22/05/2004
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il manifesto

A scuola dai padroni
Via libera al decreto Moratti: abolito l'obbligo scolastico, formazione nelle aziende
L'opposizione insorge: provvedimento incostituzionale, che separa i figli dei ricchi da quelli dei poveri. E di conseguenza distrugge l'istruzione pubblica
IAIA VANTAGGIATO
Obbligo scolastico, addio. Al suo posto, grazie a un decreto approvato ieri dal consiglio dei ministri, figurerà un quanto mai fumoso "diritto-dovere" alla formazione e all'istruzione. Attenzione, perché il trucco è tutto qui: difficile da spiegare ma la trovata - va ammesso - è davvero geniale. Anzi le trovate. La prima: un "diritto-dovere" è cosa - per lo stato - assai diversa rispetto a un obbligo. Insomma, il governo non è più tenuto - da ieri - a garantire a tutti il servizio pubblico dell'istruzione. Certo i ragazzi qualcosa dovranno fare, e fino ai 18 anni. Però, essendo state messe sullo stesso piano istruzione e formazione, non ci si formalizzerà più che tanto se, invece di studiare, i giovani si formeranno direttamente sul posto di lavoro.

Del resto, il secondo decreto approvato ieri dal consiglio dei ministri conferma in pieno la strategia del governo. Introduce la cosiddetta "alternanza scuola-lavoro". Consentirà agli studenti tra i 15 e i 18 anni che sceglieranno questa innovativa "modalità" di acquisire esperienza direttamente sui posti di lavoro, ovviamente a salario ridotto. In fondo, imparare è nel loro interesse, si può ben comprendere che il loro lavoro venga pagato di meno. Si può comprendere ancor più facilmente l'entusiasmo di Confindustria: "Da oggi la scuola è più aperta al territorio e l'impresa diventa anche un luogo formativo". Evviva.

I due decreti di ieri abrogano di fatto la legge 9 del 2000, con la quale l'allora ministro dell'allora pubblica istruzione Luigi Berlinguer innalzava a 9 anni l'obbligo scolastico (cinque anni di elementari, tre di medie, uno di superiori). Di fatto riporta l'obbligo scolastico al punto di partenza, anche se, formalmente, viene spacciata e propagandata, al contrario, come ulteriore innalzamento. "I ragazzi - proclama donna Letizia - saranno obbligati ad andare a scuola, o nel percorso dell'istruzione o in quello dell'istruzione e formazione". E il governo, promette, renderà presto più severe le sanzioni per chi si sottrae al (finto) obbligo. Il falso innalzamento, comunque, sarà graduale: partirà nel prossimo anno scolastico, con un anno obbligatorio di istruzione (o formazione) in più.

Il trucco non ha ingannato nessuno, né l'opposizione, né i sindacati né i Cobas né gli studenti. "Questo percorso - afferma Alba Sasso - prefigura una canalizzazione precoce e si rivela inadeguato". Più secco Ranieri, anche lui diessino: "I figli dei ricchi frequenteranno i licei, quelli dei poveri verranno dirottati sulla formazione professionale".

Denuncia la manovra truffaldina Piero Bernocchi, per i Cobas: "Il decreto introduce la separazione tra scuola vera e avviamento al mestiere, com'era prima della riforma del '62. Ma allora, almeno, chi si iscriveva all'avviamento professionale all'uscita praticava effettivamente quel mestiere. Lungi dall'estendere l'obbligo scolastico il decreto sollecita la fuoriuscita dalla scuola e la sottomissione a un lavoro precoce, precario e sottopagato".

Durissimo anche Enrico Panini, della Cgil-Scuola: "Questo decreto è inaccettabile. Cancella una grande conquista democratica come l'obbligo scolastico ed è palesemente incostituzionale". Si tratta di un punto chiave. Come se nulla fosse, infatti, l'ultima trovata della ministra ha stracciato il dettato costituzionale sull'obbligatorietà del'istruzione. Chissà se se ne accorgerà anche il guardiano della Costituzione, Carlo Azeglio Ciampi, che sul tema dell'istruzione pubblica è intervenuto più volte, con moniti espliciti. E, come i decreti approvati ieri dimostrano, del tutto inutili.


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