Manifesto: A lezione di Natale, col parroco
Un'insegnante di Concorezzo (Milano) ci segnala uno strano dibattito sul Natale a scuola
Un'insegnante di Concorezzo (Milano) ci segnala uno strano dibattito sul Natale a scuola. La sua scuola. Sul modo di festeggiare il Natale a scuola. “Il Natale - ci scrive questa insegnante - è portatore di valori morali universalmente riconosciuti, come la Pace, e allora sì che la scuola se ne deve occupare”. Ma questo al parroco don Pino non basta. Fino all'anno scorso officiava una “benedizione natalizia” fuori degli orari scolastici (cioè subito dopo la fine delle lezioni, e vi partecipava chi vuole). Quest'anno, con una lettera, scrive al Consiglio di istituto che “la formula proposta negli anni scorsi non ci sembra rispettosa del Natale e della Scuola”. La benedizione la farà in orario scolastico.
“Questa lettera – ci scrive la nostra amica insegnate - propone un intervento del sacerdote nella scuola, in orario scolastico e di fronte a tutte le classi di ogni plesso riunite insieme, chiamato “momento culturale sul Natale nella Scuola e per la Scuola”. Io non capisco bene cosa possa essere, quindi continuo a leggere con attenzione. Siamo alle motivazioni che inducono un sacerdote a sostituire una benedizione con un "intervento culturale"
Si dice che "il Natale è solo il Natale di Cristo (...) e non sembra educativo usare una festa come il Natale cristiano, che ha una identità ben precisa, per far passare altri messaggi se pur lodevoli".
Qui proprio non capisco: se il Natale è solo cristiano, la scuola nella sua laicità non dovrebbe occuparsene, al massimo è materia da trattare nelle ore di religione cattolica. Quindi l'intervento di un sacerdote è fuori luogo.
Il problema è invece che il Natale non è presentato dal punto di vista cristiano? Non è la scuola che se ne deve occupare, ma altre istituzioni in cui le famiglie condividono l'esperienza cristiana come dottrina di fede.
Cosa se ne dovrebbe fare dei ragazzi e delle ragazze che non sono cristiani nel caso in cui sia attuato l’intervento di un prete per parlare del Natale cristiano? Cosa devono pensare le famiglie che non appartengono a nessun credo o non professano la religione cristiana di una scuola in cui si lascia intervenire un sacerdote a parlare di una festa diffusa in tutto il mondo occidentale solo come festa cristiana? Cosa dovrei dire ai bambini e alle bambine della mia classe, con cui parlo di presepe, di Gesù, di regali e di alberi, cercando di valorizzare l’esperienza vissuta da ognuno di loro come importante e significativa, al di là delle differenze di religione? Che il Natale è solo per i cristiani e gli altri non c’entrano niente? Che se non sei cristiano la pace non è per te?
"Il risultato di questa lettera è stato che il Consiglio d’Istituto si è espresso, dopo fervida discussione con una votazione il cui risultato è stato il pareggio. Ma… nelle storie vere c’è sempre un ma, nessuno quella sera si è ricordato che il voto del Presidente vale doppio in caso di risultato pari. Quando questo è stato rivendicato il Dirigente Scolastico non ha trovato di meglio che portare l’argomento in Collegio Docenti, senza nemmeno però leggere la lettera, essendo stata trattenuta dal Presidente, legittimo destinatario.
In collegio la disputa è stata vivace, è stata fatta la proposta di organizzare l’intervento del sacerdote durante le ore di religione cattolica, è stato proposto anche di organizzare un incontro fra docenti e sacerdoti per confrontarsi, soprassedendo sul Natale ormai vicino per valutare insieme la proposta per il prossimo anno.
Niente, il Dirigente Scolastico ha portato a una votazione in cui esprimere parere positivo o negativo all’ “esperienza culturale del Natale” proposta dal sacerdote. La maggior parte del Collegio si è astenuta, perché non riteneva giusta la votazione su questo argomento, ma, fra i pochi votanti, i voti favorevoli sono stati maggiori di quelli contrari.
Si è arrivati così a una circolare firmata dal docente vicario (il Dirigente Scolastico era in vacanza) in cui si comunicano ai colleghi e alle colleghe date e orari di intervento del Parroco nelle scuole, senza che alcuna famiglia sia stata avvertita, senza che ci sia un verbale pubblico del Consiglio di Istituto o del Collegio Docenti che accetti tale proposta.
Chi ha preso accordi con il Parroco? In base a quale decisione e di che organismo scolastico?
Non si sa.
Poche docenti hanno distribuito fuori dai cancelli un volantino con il proprio punto di vista, ma domani il Parroco arriverà, in barba a tutte le persone, credenti e non, di buona volontà, in barba a tutte le proposte di dialogo fatto, in barba a un Collegio Docenti che si è astenuto in gran massa.
E io mi sento una gran tristezza: questo ormai è Natale".