Manifesto: 500 milioni tolti alla sicurezza
Anche le scuole, e la loro sicurezza, pagano il contributo al taglio delle spese
In dieci mesi e con tre provvedimenti il governo ha ridotto drasticamente i finanziamenti destinati ai monitoraggi sismici e agli interventi per la difesa del territorio. Per compensare il taglio dell'Ici
C.L.
ROMA
Adesso si cercano i fondi per la ricostruzione e si fanno passerelle tra le macerie con il casco in testa. Ma quando si è trattato di decidere se mantenere finanziamenti preziosi come quelli destinati alla tutela del suolo o ai monitoraggi sismici per le zone a rischio terremoto il governo non ci ha pensato due volte a mettere mano alle forbici e tagliare. E non stiamo certo parlando di briciole: 510 milioni di euro in soli dieci mesi sono stati tirati via, ad esempio, alle Regioni per interventi contro il dissesto idrogeologico, ma anche al fondo per il monitoraggio antisismico o, con il decreto Gelmini, al fondo destinato all'edilizia scolastica. E questo in un Paese come l'Italia in cui, stando a un recente studio, sono almeno 800 le scuole fuori norma.
Soldi che per la maggior parte sono serviti al governo per reintegrare il mancato gettito derivato dall'abolizione dell'Ici sulla prima casa e che, sia chiaro, se anche fossero stati mantenuti non avrebbero certo evitato una tragedia come quella abruzzese. Ma che spiegano in maniera sufficientemente chiara quanto sia tenuta in considerazione dal governo Berlusconi la salvaguardia del territorio e, di conseguenza, di chi vi abita. «Così non si può continuare», dice il Verde Angelo Bonelli che, carte alla mano, ha calcolato tutti i tagli fatti dal governo da maggio dello scorso anno a oggi. «Nei prossimi dieci anni è necessario cominciare a pensare a un'Italia diversa, mettendo le basi per una vera politica strategica di difesa e prevenzione del suolo».
Nel frattempo si rischia di pagare nel prossimo futuro le conseguenze dei tagli fatti oggi. La lista è lunga e per certi versi sbalorditiva. Si comincia con il decreto 112 del 25 giugno 2008, «Disposizioni urgenti per lo sviluppo economico, la semplificazione, la competitività, la stabilizzazione della finanza pubblica e la perequazione Tributaria». E' il provvedimento servito all'esecutivo per tagliare l'Ici ma che allo stesso tempo sopprime il fondo di 4,5 milioni di euro in tre anni destinato dall'ultima finanziaria Prodi al monitoraggio sismico «attraverso l'utilizzo di tecnologie scientifiche integrate dai fattori di rischio delle diverse aree del paese». Un taglio particolarmente amaro in questi giorni di polemiche, visto che la possibilità o meno di prevedere un terremoto è legata anche alla ricerca sui sistemi di monitoraggio e all'uso di tecnologie innovative.
Altri 240 milioni vengono tagliati dalla finanziaria di centrodestra ai fondi per la difesa del suolo, che passano così dai precedenti 510 milioni di euro a 270 milioni di euro. «E' una delle conseguenze della politica di tagli alla spesa voluta dai ministri Tremonti e Brunetta - dice Bonelli - e che in questo caso colpisce i finanziamenti destinati alle Regioni per interventi di messa in sicurezza». Ci sono poi i 151 milioni di euro destinati dal governo prodi alla prevenzione e difesa del suolo in Calabria e Sicilia e tagliati con il decreto 112 del 2009. La cifra iniziale rappresentava il 10% dei finanziamenti destinati al Ponte sullo Stretto e dirottate dal precedente governo alle due Regioni principalmente coinvolte dall'opera. L'attuale esecutivo li ha recuperati per affidarli al ministero dell'Economia.
Sempre la finanziaria Berlusconi ha cancellato un altro milione di euro destinato sempre alla difesa del suolo, così come sempre il decreto 112/2008 cancella altri 45 milioni di euro (15 l'anno per tre anni) destinati all'abbattimento di ecomostri situati in aree si particolare pregio individuate dall'Unesco.
Anche le scuole, e la loro sicurezza, pagano il contributo al taglio delle spese. In questo caso a intervenire pesantemente è prima il decreto 137/2008 del ministro Gelmini che riduce del 5% il finanziamento del piano antisismico per le scuole e successivamente la finanziaria che taglia di 22,8 milioni i fondi per la messa in sicurezza degli edifici scolastici. L'ultimo taglio, di 30 milioni di euro, riguarda invece il fondo destinato al risanamento e alla conservazione del patrimonio monumentale. In tutto 510 milioni di euro che non ci sono più. «Sarebbe bene - spiega Bonelli - che gli italiani conoscessero queste cifre, perché si possano cambiare radicalmente le politiche di difesa del territorio e della popolazione del nostro Paese». |