Manca l'intesa tra Miur e Conferenza delle Regioni sul dimensionamento
Per la Flc-Cgil le conseguenze della mancata intesa per le scuole e per il personale sarebbero gravi perché farebbe rimanere in vigore la norma dell’art. 19 della legge n.111/2011 come modificata dalla legge 183/2011
Sempre nella giornata di ieri, durante l’incontro tra MIUR e organizzazioni sindacali, sulla delicata questione del dimensionamento della rete scolastica 2013/2014 i rappresentanti del MIUR hanno ribadito quanto contenuto nella nota del 28 dicembre 2012 ovvero che, “in assenza di intesa formale in sede di Conferenza Sato-Regioni ed Enti Locali per il prossimo anno scolastico, viene data indicazione agli uffici competenti di adottare un parametro medio di 900 alunni per istituto per la predisposizione del nuovo piano di dimensionamento.”
Tale parametro tuttavia, alla luce della sentenza della Corte Costituzionale n.147/2012 e in assenza di intesa formale con la Conferenza, ha valore indicativo per cui ogni regione potrà valutare come meglio tenerne conto.
Il fatto più importante però della mancata stipula dell’intesa consentirebbe di fare rimane comunque in vigore la norma (comma 5 dell’art. 19 della legge n.111/2011 come modificata dalla legge 183/2011) che prevede la non assegnazione del dirigente scolastico e del DSGA titolare nei casi in cui la scuola non raggiunga i 600 alunni o i 400 in casi particolari.
Infine non si esclude il rischio che sul provvedimento che dovrà tradurre sul piano normativo la soluzione sopra richiamata il Mef possa esprimere rilievi negativi determinando l’applicazione della clausola di salvaguardia che potrebbe comportare un ulteriore riduzione dell’organico di dirigenti scolastici e DSGA.
In assenza di norme chiare e condivise, anche per il prossimo anno, sottolinea la Flc-Cgil, c’è il rischio di implementare soluzioni caotiche, contrastanti tra regione e regione, molto discutibili sul piano qualitativo oltre che giuridico e pertanto esposte a ricorsi volti ad annullarne gli effetti. A tutto ciò si aggiunge il fatto che, mentre Stato e Regioni si contrastano sul piano istituzionale senza raggiungere un accordo, contemporaneamente le famiglie sono chiamate a iscrivere a scuola i propri figli senza sapere quale sarà la configurazione della rete scolastica per il prossimo anno scolastico.