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Malala all'Onu: i talebani non mi ridurranno al silenzio

"Un bambino, un insegnante, una penna e un libro possono cambiare il mondo"

13/07/2013
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"I talebani non mi ridurranno mai al silenzio". Malala Yousafzai è così intervenuta oggi, giorno del suo 16esimo compleanno diventato il 'Malala day', all'Assemblea dei Giovani all'Onu nel suo primo discorso pubblico da quando a ottobre scorso è stata colpita da un colpo di pistola alla testa mentre era sul pullman che la riportava a casa da scuola. Malala è stata curata in Gran Bretagna, dove tuttora vive, ed è diventata da allora il simbolo della lotta contro l'estremismo islamico. Una sciarpa rosa sul capo, Malala, ha spiegato al segretario generale dell'Onu e ai circa 1000 studenti presenti all'Assemblea, come l'istruzione sia l'unico modo di migliorare le proprie vite. "Prendiamo i nostri libri e le nostre penne: sono loro le nostra armi più potenti", ha detto la ragazza. "Un bambino, un insegnante, una penna e un libro possono cambiare il mondo.
L'istruzione è l'unica soluzione". Nella mani di Malala una petizione, firmata da quasi 4 milioni di persone, a sostegno di 57 milioni di bambini che non vanno a scuola e che chiedono ai leader del mondo fondi per nuovi insegnati, aule e libri. La petizione, lanciata attraverso diverse piattaforme tra cui Change.org, Aworldatschool, chiede anche l'immediato stop allo sfruttamento di bambini nei luoghi di lavoro, stop ai matrimoni e al traffico di minori.
"Il sogno di Malala - ha detto l'ex primo ministro britannico Gordon Brown intervenuto all'Assemblea - è quello che non ci sia indifferenza politica, inazione dei governi, che non ci siano più intimidazioni, minacce, pallottole che fermino il diritto alla scuola per ogni ragazzo". In un rapporto pubblicato proprio oggi, in occasione del Malala Day, da Unesco e Save the Children, si legge che nel mondo circa 50 milioni di bambini, dai 5 ai 15 anni, non vanno a scuola perchè colpiti dagli scontri o arruolati nei corpi armati. Nel 2012, sono stati 3.600 gli attacchi di vario tipo per impedire ai bambini l'accesso all'educazione, tra i quali si contano violenze, bombardamenti di scuole, reclutamento dei minori in gruppi armati, torture e intimidazioni contro bambini e insegnanti sfociate in morti o ferimenti gravi. Inoltre, prosegue il rapporto, "resta scandalosamente bassa la quota di fondi destinati all'educazione nelle emergenze umanitarie, passando addirittura dal 2% del totale dei fondi umanitari in emergenza del 2011 all'1,4% del 2012, dunque ben al di sotto del 4% richiesto dalla comunità internazionale nel 2010".

https://www.huffingtonpost.it/2013/07/12/malala-allonu-i-talebani-non-mi-ridurranno-al-silenzio_n_3586344.html?utm_hp_ref=italy


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