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"Mai più compiti a casa": da Biella a Trapani via alla sperimentazione

L'Italia guarda al modello della Finlandia: il nuovo metodo in oltre 160 classi elementari, coinvolte anche alcune medie

06/09/2017
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la Repubblica

Salvo Intravaia

"NIENTE compiti a casa": il sogno di tutti gli alunni e di molti genitori, grazie ad un progetto sperimentale che coinvolge la scuola primaria e la scuola media per 166 classi di cinque province italiane (Biella, Verbania, Milano, Torino e Trapani), si trasforma in realtà. Già in passato diverse sono state le iniziative, tra petizioni e appelli, per trasformare il metodo di apprendimento. Ora si passa ai fatti. C'è un movimento su scala nazionale che ha deciso di percorrere un'altra strada: quella che, attraverso una diversa organizzazione del tempo-scuola, solleva gli alunni dal peso di faticosissime rielaborazioni casalinghe spesso con il coinvolgimento dei genitori. Se non con l'ausilio di veri e propri insegnanti privati. Così, dopo le iniziative sui social del preside ligure Maurizio Parodi, autore della pagina Facebook "Basta compiti!" e di una petizione online che nei mesi scorsi ha raccolto quasi 25mila consensi, in Italia cominciano a prendere forma esperienze concrete. E per la prima volta parte un progetto che coinvolge le scuole di tre regioni diverse: Piemonte, Lombardia e Sicilia.

A sperimentare una giornata scolastica del tutto nuova le maestre di 13 classi dell'istituto comprensivo Biella II dell'omonima città piemontese. "Il fatto di non assegnare compiti a casa - spiega la preside Rita Vineis - è la conseguenza di una diversa organizzazione della settimana scolastica". Lo racconta nel dettaglio l'insegnante della primaria di Biella, Susanna Rolando: "Abbiamo strutturato il tempo scolastico in modo da far studiare ai nostri alunni per due settimane lo stesso macro-argomento, che viene trattato anche dalle altre colleghe in un'ottica interdisciplinare. Le insegnanti della classe svolgono le normali attività di mattina e nel pomeriggio consolidano le conoscenze con attività di diverso tipo, anche pratiche. Questo consente ai bambini di acquisire i contenuti in quelle due settimane e di non essere appesantiti da compiti a casa. Le lezioni, alla scuola elementare, prevedono per una settimana intera lo studio dell'Italiano e per l'altra la Matematica affrontando l'argomento con il contributo di tutte le discipline".

Al Biella II, dice la preside Vineis, si sta pensando di estendere la sperimentazione anche ad alcune classi della scuola media. I primi risultati del progetto sono soddisfacenti. "Si tratta di una metodologia inclusiva che non lascia indietro nessuno - continua la Rolando - e che evita la stratificazione delle conoscenze. In altre parole, l'argomento che gli alunni studiano viene affrontato e concluso in tempi brevi e le conoscenze vengono consolidate". Il progetto, che prende le mosse da un manuale sulle difficoltà di apprendimento stilato in collaborazione con la Asl di Biella, sta per essere "esportato" in altre tre regioni: Toscana, Umbria e Lazio. E sta diventando una realtà che nei prossimi anni potrebbe suggerire anche qualche tipo di riforma. Anche perché l'insofferenza di mamme e papà per quantità sempre più gravose di compiti a casa sta crescendo. E perché, senza la necessità di assegnarli, gli alunni meno fortunati, o addirittura quelli disabili, svolgono l'intero lavoro scolastico a scuola. Come avviene in Finlandia, il paese con le performance dei propri quindicenni al top in Europa, dove il grosso del lavoro si svolge a scuola

e con meno ore di lezione. La sperimentazione, partita lo scorso anno con 36 classi del biellese, quest'anno si estenderà a 90 classi della provincia di Milano e a 40 classi della provincia di Trapani. I risultati del progetto verranno monitorati dall'università di Milano.


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