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Ma una buona istruzione non basta più

La tecnologia riduce la domanda di lavoratori ad alto tasso di preparazione

08/03/2011
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la Repubblica

 

 
 

PAUL KRUGMAN



É una verità riconosciuta a livello universale: l´istruzione è la chiave per il successo economico. Tutti sanno che i mestieri del futuro richiederanno livelli il più possibile alti di abilità. Il fatto è che ciò che tutti sanno è errato. Il Times ha pubblicato un articolo sull´utilizzo sempre più diffuso di software per svolgere ricerche di tipo legale. Si è scoperto che i computer sono in grado di analizzare milioni di documenti, eseguire in economia una mansione che un tempo richiedeva un battaglione di avvocati. In questo caso, quindi, il progresso tecnologico di fatto riduce la domanda di lavoratori con un alto livello di istruzione. Più in generale, l´idea che la tecnologia moderna possa soppiantare soltanto i lavori umili, potrà anche essere condivisa e popolare, ma nella realtà è obsoleta di svariati decenni. A partire più o meno dal 1990, il mercato del lavoro negli Stati Uniti è stato caratterizzato non tanto da un aumento generalizzato della domanda di competenze, bensì da uno "svuotamento": sia l´occupazione in mansioni dagli stipendi alti, sia quella in mansioni dagli stipendi bassi è andata crescendo rapidamente, ma i posti di lavoro a stipendio medio sono rimasti indietro. Molte delle occupazioni a stipendio medio cresciute rapidamente negli anni Novanta negli ultimi tempi hanno vissuto una crescita molto più lenta. Come mai sta accadendo una cosa del genere? Il principio secondo cui il livello di istruzione diventa sempre più importante si basa sul concetto che i progressi nelle tecnologie aumentino le opportunità di lavoro per coloro che lavorano con l´informazione. In parole più semplici, che i computer aiutino maggiormente coloro che lavorano intellettualmente e arrechino danno a coloro che lavorano manualmente. Alcuni anni fa, invece, gli economisti David Autor, Frank Levy e Richard Murnane sostennero che questo era un ragionamento sbagliato, e fecero notare che i computer eccellono nelle mansioni di routine. Ne consegue che qualsiasi mansione di routine – categoria nella quale rientrano molti lavori da colletto bianco non manuali – si trova esposta e vulnerabile. Viceversa, i lavori che non possono essere portati a termine seguendo regole esplicite – categoria nella quale rientrano molte tipologie di lavoro manuale, dai camionisti ai custodi – tenderanno ad aumentare anche in pieno progresso tecnologico. La spiegazione è questa: la maggior parte dei lavori manuali che deve essere ancora portata avanti nelle nostre economie pare essere di un genere difficile da automatizzare. Nel frattempo, una buona parte del lavoro da colletti bianchi, eseguita da lavoratori ben istruiti e relativamente ben pagati, potrebbe presto essere computerizzata. Che cosa ci dice tutto ciò in riferimento alla politica? Sì, che in America dobbiamo mettere ordine nel settore dell´istruzione. In particolare, le diseguaglianze con le quali si trovano alle prese gli americani ai blocchi di partenza non sono soltanto una vergogna, ma rappresentano anche un immenso spreco del potenziale umano della nostra nazione. Vi sono cose, tuttavia, che l´istruzione non può fare. È una pia illusione sperare che mandando un numero maggiore di ragazzi al college serva a riportare in vita la società medio-borghese. Pertanto, se quella che vogliamo è una società di benessere condiviso, l´istruzione non è la risposta: quel che dobbiamo fare è creare direttamente quella nuova società. Dobbiamo poter recuperare il potere contrattuale che la manodopera ha perduto nel corso degli ultimi 30 anni, così che sia i lavoratori ordinari, sia i super-bravi abbiano il potere di contrattare una buona retribuzione.
Traduzione di Anna Bissanti
c.2011 New York Times News Service


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