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“Ma sul bonus paritarie il governo vada avanti”
L'ex ministro Luigi Berlinguer
03/03/2015
la Repubblica
«Non conosco le ultime decisioni, non so cosa farà il governo, ma è davvero arrivato il tempo di chiudere questo conflitto del Novecento: scuole statali contro private. Non esiste, non è più tra noi, ci ha fatto perdere tempo e risorse».
Luigi Berlinguer, nel marzo 2000 lei diede pari dignità alle scuole non di Stato, ma non diede risorse economiche alle private. Bisogna passare al finanziamento pubblico, ora?
«Basta guardarsi in giro e si scopre che l’insegnamento è pubblico, fortemente pubblico, ma può essere somministrato da scuole pubbliche, private, religiose, aconfessionali in una sana gara a chi insegna meglio».
Guardiamoci in giro, allora.
«L’Olanda fa gestire allo Stato solo il 30 per cento delle scuole, la Svezia ha passato la gestione ai comuni, l’Inghilterra ha ridotto sensibilmente la presenza statale, la Francia di Voltaire con la legge Debré ha impresso una linea diversa. L’Europa ha cambiato atteggiamento, in Italia siamo fermi alla confusione che scuola pubblica sia uguale a scuola statale».
Bisogna diradare le nebbie e riallinearsi?
«È il momento di rimeditare il tema rispet- tando il vincolo costituzionale: non è ammessa una pretesa al finanziamento statale, ma la nostra storica contrapposizione, Stato non Stato, è anti-europea e anti-moderna».
In un nuovo assetto quale deve essere, allora, il compito dello Stato.
«Deve assicurare gelosamente il rispetto delle condizioni di oggettività, neutralità e non faziosità dell’attività scolastica».
La contrapposizione ci ha tolto energie, diceva.
«Dobbiamo impegnare tutti i nostri sforzi per riformare profondamente l’impianto educativo italiano fermo al secolo scorso. E dobbiamo allargare il concetto di scuola».
A che cosa?
«Alla formazione e allo stesso lavoro. Oggi le funzioni educative non si possono limitare agli anni dell’infanzia e della giovinezza, devono coprire l’arco di una vita. Una cultura arcaica ed elitaria della scuola ha abbandonato al privato, spesso senza controllo, formazione e lavoro».
Il decreto del governo sembra arrivare a soccorrere scuole private in una crisi pesante.
«Dagli Anni cinquanta ad oggi gli istituti non statali si sono ridotti di tre quarti, in queste stagioni le famiglie faticano a pagare le duecento euro di retta mensili: uno sgravio si è fatto necessario ».
C’è un problema: diverse paritarie sono gestite da farabutti che regalano punti in graduatoria e non pagano gli insegnanti.
«Già la mia legge del Duemila prevedeva controlli seri, perché non si attuano? La liberale Olanda mette il naso ovunque, gli inglesi ogni due anni mandano ispezioni alle private. Iniziamo anche noi».
( c. z.)