Ma la terza prova resta: centralizzata e anticipata
verrebbe inserita nel corso dell’ultimo anno, prima dalla maturità, una prova nazionale Invalsi obbligatoria, che dovrebbe essere uguale per tutti
Nel 2018, secondo informazioni circolate, il nuovo esame di maturità dovrebbe prevedere due sole prove scritte (italiano e materia caratterizzante) e un colloquio. La ‘terza prova’, finora predisposta dalle commissioni d’esame, sarebbe così soppressa, anziché essere centralizzata, come in un primo momento si era ipotizzato.
In compenso, però, verrebbe inserita nel corso dell’ultimo anno, prima dalla maturità, una prova nazionale Invalsi obbligatoria, che dovrebbe essere uguale per tutti (sarebbe interessante sapere perché e come), con test di italiano, matematica e inglese, le tre aree privilegiate nelle indagini comparative internazionali.
Accanto al diploma di maturità ci sarebbe dunque una certificazione Invalsi con caratteristiche di maggiore ‘oggettività’ rispetto alle valutazioni effettuate dalle commissioni d’esame, destinata – insieme alle esperienze di alternanza scuola-lavoro, che saranno invece valutate dalle commissioni – ad accrescere e rendere più trasparenti le competenze di base degli studenti in vista delle successive scelte di studio o professionali.
Saremmo così in presenza di una nuova ‘terza prova’ nazionale, ma esterna e anticipata rispetto all’esame di Stato (come esterna e anticipata sarà anche la prova nazionale di italiano-matematica attualmente inserita nell’esame di licenza media), con caratteristiche di maggiore rigore e significatività rispetto alle terze prove spesso arrangiate dalle commissioni locali, e meglio utilizzabili nell’ottica e ai fini della valutazione di sistema. Il doppio standard valutativo porrà probabilmente problemi di coerenza tra i giudizi, i quali tuttavia, anche in caso di esiti contrastanti, potrebbero a nostro avviso coesistere senza difficoltà nel portfolio formativo individuale.