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Ma 50mila assunzioni sono nei fatti già saltate

Non ci sono più i tempi per le procedure preliminari

16/06/2015
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ItaliaOggi

Antimo Di Geronimo

Le assunzioni dell'organico aggiuntivo previsto dal disegno di legge sulla scuola, pari a circa la metà deelle 100 mila assunzioni complessive, di fatto sono già saltate. Per ottenere l'assegnazione dei docenti in più rispetto all'organico di diritto, le scuole, infatti, dovrebbero elaborare e deliberare a tempo di record quello che il disegno di legge chiama Piano triennale dell'offerta formativa. Tale piano dovrebbe indicare il fabbisogno dei posti per il potenziamento dell'offerta formativa. E sulla base del piano gli uffici dovrebbero assegnare alle scuole i docenti necessari. Il tutto per il primo settembre.

Si tratta di operazioni molto complesse, mai effettuate prima. Per le quali lo stesso disegno di legge prevede, in via ordinaria, che le scuole abbiano tempo fino al mese di ottobre dell'anno precedente all'entrata in vigore del nuovo piano triennale. Il rischio che non si faccia in tempo è dunque concreto, con la conseguenza che le assunzioni aggiuntive rispetto al fabbisogno dell'organico di diritto, 50mila, saltino. Almeno per quest'anno.

Tanto più che, adesso, i docenti, nella maggior parte dei casi, hanno anche esaurito il monte ore d'obbligo delle attività funzionali all'insegnamento. E dunque, qualora dovessero essere convocati dai dirigenti scolastici per partecipare alle eventuali riunioni del collegio dei docenti, bisognerebbe trovare i soldi per pagare loro lo straordinario. E i soldi non ci sono. Va detto, inoltre, che il nostro ordinamento vieta tassativamente la possibilità di costringere qualsivoglia lavoratore a lavorare gratis. In ogni caso, lo straordinario andrebbe previamente autorizzato dal dirigente scolastico. Che in caso di mancata copertura degli oneri finanziari, andrebbe incontro alla responsabilità per danno erariale.

Va detto, inoltre, che le relative deliberazioni risulterebbero formate in violazione di legge. Ciò le renderebbe automaticamente invalide. Allo stato attuale, infatti, le disposizioni contenute nel disegno di legge sulla scuola non dispiegano effetti. Per il semplice fatto che ancora non sono ancora diventate legge. E quand'anche dovessero diventarlo a breve, le eventuali deliberazioni, formate prima della pubblicazione della nuova legge in Gazzetta Ufficiale, risulterebbero comunque invalide. Niente legge, niente effetti. E se la legge non ha effetti, sono nulli anche i provvedimenti di attuazione. Resta il fatto, però, che le norme per effettuare le immissioni in ruolo sull'organico di diritto ci sono già.

L'esecutivo insomma non può esimersi dall'effettuare almeno le immissioni in ruolo già disciplinate, quelle a copertura del turn over. L'obbligo deriva dal fatto che la reiterazione dei contratti a termine sui posti vacanti è stata sanzionata sistematicamente dalla giurisprudenza. E il 23 giugno prossimo è attesa anche una sentenza della Corte costituzionale, che dovrebbe dichiarare incostituzionale la norma che lo consente.

L'esito è pressoché scontato, perché il quesito al quale la Consulta deve dare risposta è già stato fatto oggetto di una pronuncia della Corte di giustizia europea. . Pertanto, se il governo non dovesse dare il via libera almeno alle immissioni in ruolo ordinarie, l'effetto sarebbe quello di incrementare ulteriormente il contenzioso. Ma questa volta i ricorrenti avrebbero gioco facile ad ottenere risarcimenti anche importanti, facendo leva sulla incostituzionalità della norma e sull'inerzia dell'amministrazione a porvi rimedio.


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