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Lo sport a scuola, questo sconosciuto

L'Italia è il primo paese in Europa per abbandono dell'attività sportiva in età adolescenziale. Colpa di una politica miope che finge di investire nella sperimentazione motoria grazie a uno scambio di ruoli tra il Ministero dell'Istruzione e il Coni

23/01/2011
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il manifesto

Pasquale Coccia
L'Italia è il primo paese in Europa per abbandono dell'attività sportiva in età adolescenziale. Un dato di fronte al quale il sistema sportivo italiano rimane inerte, e al termine di questo primo decennio del nuovo secolo ci dice che la pratica dello sport sta rapidamente uscendo dagli orizzonti giovanili. L'anno scorso tra scuole medie e superiori ben 2.344 istituti non hanno realizzato alcun progetto sportivo, rinunciando a 13 milioni 467 mila euro stanziati dal Ministero dell'Istruzione mentre 5.226 scuole hanno speso meno delle risorse assegnate per lo sport, determinando un avanzo nelle casse del Miur pari a 9 milioni 984 mila euro.
Si aggiunge al triste primato, un dato preoccupante: nella scuola primaria italiana vi è il più alto numero di bambini obesi d'Europa, segno di alimentazione errata e di scarso movimento, al quale fa seguito il fatto che i bambini italiani sono quelli che giocano meno all'aperto, nonostante il clima mediterraneo, se confrontati con i loro coetanei europei.
A completare il quadro l'indagine effettuata nel 2010 da Eurobarometro, l'Istituto di ricerca dell'Ue, su sport e attività fisica (https://ec.europa.eu/sport/index_en.htm), dalla quale emerge che i cittadini italiani sono i più sedentari d'Europa, insieme ai bulgari e ai greci. Infatti solo il 3% pratica sport in maniera regolare, smentendo i dati diffusi dal Coni, secondo i quali sarebbero 34 milioni gli italiani dediti allo sport (1° Rapporto Sport e Società, Coni-Censis Servizi novembre 2008).
Chi sono i responsabili di questa situazione disastrosa?
L'anno scorso il ministero dell'Istruzione diretto da Mariastella Gelmini, ha stanziato 60 milioni di euro per la promozione dello sport a scuola. Le disposizioni ministeriali, impregnate di burocratismo e di ostacoli di ogni sorta, hanno fatto sì che alle scuole arrivassero informazioni poco chiare e tardive, imponendo agli organi collegiali la costituzione di un centro sportivo scolastico, ridotto a mero atto burocratico, condizione indispensabile per accedere ai fondi per lo sport. Solo gli istituti che avevano insegnanti di educazione fisica di ruolo, hanno potuto usufruire delle risorse finanziarie, mentre, per economizzare i fondi, sono state escluse tutte le scuole che avevano in organico docenti precari, le piccole scuole con meno di nove classi e le scuole di montagna. Il risultato di questa scelta miope è stato che gli studenti di quelle scuole non hanno potuto praticare sport.
L'anno scolastico in corso ha riservato una sorpresa che sa di vera e propria beffa ai danni dei bambini della scuola primaria. Il ministro dell'Istruzione Mariastella Gelmini e il presidente del Coni Gianni Petrucci hanno annunciato l'11 novembre 2010 il rinnovo del protocollo d'intesa riguardo alla sperimentazione dell'educazione motoria nella scuola primaria (30 ore in orario di lezione nel periodo febbraio-maggio 2011 tenute da laureati in scienze motorie che affiancano le maestre nell'organizzazione delle lezioni). Iniziata a febbraio 2010, la sperimentazione dovrebbe terminare nel 2012, per dare avvio a un insegnamento stabile dell'educazione motoria nella scuola primaria a partire dal 2013. Se davvero si vuole impartire l'insegnamento dell'educazione motoria ai bambini di tutte le scuole primarie d'Italia, come avviene negli altri paesi europei, occorre un impegno economico pari a 100 milioni di euro, secondo uno studio effettuato dall'associazione di categoria dei laureati in scienze motorie Capdi. Il presidente Gianni Petrucci ha già annunciato che il Coni ha fatto abbastanza, e che toccherà agli enti locali farsi carico dell'onere finanziario. Chi provvederà ai finanziamenti se è già cominciato lo scaricabarile?
Le scuole primarie scelte a campione tra nord, centro e sud per la sperimentazione motoria, quest'anno dovrebbero aumentare di 291 unità, visto che ai 5 milioni di euro messi a disposizione dal Coni si aggiungono 2,5 milioni del Miur. Ci sarebbe da rallegrarsi, se non fosse che la circolare ministeriale emanata dal dicastero diretto dalla Gelmini, che contiene le modalità di accesso alla sperimentazione motoria per il 2011, è stata emanata il 17 dicembre 2010, e tra percorsi burocratici vari, è arrivata alle scuole in piene vacanze natalizie, quando le maestre non c'erano. Hanno trovato la circolare ministeriale al rientro dalle vacanze, ma il termine per le adesioni è scaduto il 31 dicembre 2010.
Le somme che il Coni destina alla sperimentazione motoria nella scuola primaria a partire dall'anno scorso, sono briciole rispetto ai 470 milioni che l'ente olimpico riceve ogni anno dalla finanziaria, grazie ad una legge del luglio 2002 istituita da Giulio Tremonti. L'ente guidato da Petrucci finanziando la sperimentazione motoria raggiunge due obiettivi: dimostrare a coloro che protestano per le eccessive risorse destinate al Coni che in fondo si impegna a favore dei bambini, ed entrare nella scuola primaria per arrivare nel corso degli anni, in accordo con il Miur, a gestire progressivamente un vasto bacino di circa due milioni di bambini dai 6 ai 10 anni, con lo scopo di passare dall'educazione motoria a un'impostazione più «sportiva», più agonistica e selettiva, nella speranza di allevare futuri campioncini.
Il Miur fa da prestanome, mentre il principale operatore finanziario è il Coni. Non è un caso che l'anno scorso i docenti in scienze motorie che aspiravano alle 30 ore di lezione nella scuola primaria, abbiano sottoscritto il contratto di lavoro con i presidenti provinciali del Coni e non con gli uffici scolastici provinciali del Miur, un escamotage che ha consentito di far risultare come datore di lavoro il Comitato olimpico e non il Miur. I docenti di scienze motorie, perciò, sono stati pagati 15 euro a ora, secondo quanto prevede la ex legge Pescante (esenzione tributaria e contributiva) per le società sportive, e non come insegnanti della scuola primaria.
Il protocollo d'intesa Miur-Coni ha siglato uno scambio di ruoli e di responsabilità, che consente al Ministero dell'Istruzione di livellare almeno in parte il divario con gli altri paesi europei, e al Coni, che prende in appalto l'insegnamento dell'educazione motoria di programmare in tempi lunghi «la presa della Bastiglia» della scuola primaria.
Nel protocollo firmato tra il ministro dell'Istruzione Mariastella Gelmini e il presidente del Coni Gianni Petrucci, viene meno un compito fondamentale dello Stato: garantire a tutti gli alunni l'insegnamento dell'educazione motoria nella scuola primaria, al pari dell'insegnamento di altre educazioni, che concorrono alla formazione dei bambini.


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