ll Tar Campania boccia De Luca: elementari e medie in classe
Governo, regioni e magistratura amministrativa. Nel caos politico-istituzionale che ha investito la scuola durante la pandemia Continua la battaglia legale per imporre alle regioni il rientro a scuola, in sicurezza. L'anomalia campana: da marzo in classe solo per 14 giorni. Poi il ricorso di genitori e associazioni
ROberto Ciccarelli
Riprendono oggi in Campania le lezioni in presenza anche nelle classi di quarta e quinta elementare, le altre classi sono già aperte, sia pure per un numero limitato di alunni. Le scuole medie riprenderanno lunedì. Lo ha deciso la quinta sezione del Tar della Campania che ha imposto al presidente della regione Vincenzo De Luca di adeguarsi alle norme stabilite dal governo. Il ricorso è stato presentato dal gruppo «Pillole di Ottimismo» con il coordinamento «Scuole Aperte» e da pediatri, psichiatri infantili e psicologi campani. Per le superiori la riapertura al 50% sarebbe prevista lunedì. Si deciderà «dopo il 23 gennaio alla luce delle verifiche dell’Unità di Crisi» dice il Tar.
Per i magistrati amministrativi la Regione Campania non potrà reiterare per le scuole medie una nuova ordinanza che disponga la «ulteriore sospensione delle attività didattiche in presenza oltre il 24 gennaio 2021». Spetta agli organi regionali «impartire ogni disposizione necessaria o opportuna per consentire la riapertura di queste scuole entro il 25 gennaio 2021». Il punto decisivo della sentenza è questo: la regione non può più disporre una chiusura generalizzata «su tutto il territorio regionale».
«Finalmente, dopo una chiusura di tutte le scuole dal 16 ottobre scorso termina l’”anomalia» campana” – sostiene Tristana Dini della rete «Usciamo dagli sche®mi Napoli» – Ci interroga il fatto che il diritto costituzionale all’istruzione è stato restituito a una parte degli studenti dal Tar in assenza di una chiara assunzione di responsabilità da parte delle forze politiche. Continuiamo a lottare per la riapertura delle superiori, vigiliamo sui problemi dei trasporti che impedirebbero la riapertura in presenza»