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Libertà: «Scuola, metteremo mano alla riforma Moratti»

Il ministro Fioroni precisa: correttivi per coniugare equità ed eccellenza

15/06/2006
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Libertà

Roma - Portfolio, tutor e prescrizioni: questi gli istituti del primo ciclo di istruzione riformato dall'ex ministro Moratti ai quali bisognerà «mettere mano». Lo ha affermato il ministro dell'Istruzione, Giuseppe Fioroni, rispondendo alla Camera durante il "question time".
Si tratta di strumenti, ha aggiunto, «che non sono stati applicati e che non sono applicabili o per norma stessa o perchè con il coinvolgimento di terzi questo non è previsto». Ha quindi assicurato che si tratta di «interventi promossi per iniziare un percorso politico di dialogo e confronto con tutte le forze politiche e sociali avendo davanti a noi un interesse certo per la scuola, creando le situazioni favorevoli all'istituirsi di una corretta dialettica che consenta di operare organicamente sul piano normativo anche con riguardo all'elevamento dell'obbligo in una visione unitaria e nazionale del sistema educativo nonchè anche alla composizione degli esami di stato».
Insomma alla riforma Moratti «verranno apportati tutte le modifiche e i correttivi ritenuti necessari per consentire alla scuola italiana di essere una scuola di tutti e per tutti, che sappia coniugare insieme equità ed eccellenza».
Il ministro non vuole quindi abrogare la riforma per intero ma «sospendere come un "ponte" per rinnovare e per riformare avendo la capacità di avviare una campagna di ascolto con la scuola reale e avendo quindi l'opportunità di rimuovere ciò che occorre e modificare ciò che è giusto».
Per quanto riguarda la sicurezza degli edifici scolastici ha ribadito che è «importante lavorare per la sicurezza dei nostri figli» e che «la sicurezza dell'edilizia scolastica credo che dal precedente governo sia stata ampiamente e a lungo dimenticata». Quindi «sarà il primo impegno con le risorse che riusciremo a trovare disponibili». Ha poi ribadito che «è indispensabile rilanciare il ruolo pubblico della nostra scuola che è e resta un servizio pubblico prescindendo dagli erogatori e, soprattutto, dai soldi che uno ha in tasca e dalla fortuna di dove nasce». Confidando che i cittadini risolveranno questo problema respingendo la devolution al referendum, ha sottolineato che «il diritto all'istruzione e all'apprendimento è un bene di tutti sancito dalla Costituzione e per questo è necessario realizzare una scuola inclusiva, di qualità, che non lasci indietro nessuno».
a. g.


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