Libertà-Scuola: la riforma Moratti è legge
ecco cosa cambia. Accantonata la parità tra pubblica e privata Scuola: la riforma Moratti è legge Premier soddisfatto: "Dopo 80 anni la svolta". Ma mancano i soldi ...
ecco cosa cambia. Accantonata la parità tra pubblica e privata
Scuola: la riforma Moratti è legge
Premier soddisfatto: "Dopo 80 anni la svolta". Ma mancano i soldi
ROMA Da ieri la scuola italiana potrà voltare pagina. A ottanta anni dalla Riforma Gentile (1923), il Senato approva (146 sì, 101 no e 2 astenuti) la riforma Moratti. Divisione fra licei e istruzione e formazione professionale con obbligo di scelta, reversibile, alla fine della scuola media. Abolizione dell'esame di licenza elementare, possibilità di accedere alla scuola con sei mesi di anticipo (5 anni e mezzo per le elementari, 2 anni e mezzo per la materna). Accantonata, per ora, la parità fra istruzione pubblica e privata. "Non è all'ordine del giorno", taglia corto il ministro Moratti. La riforma c'è, i soldi no. "Maastricht e il Pil ci frenano, ma contiamo di reperire le risorse per attuare gradualmente la riforma", dice il premier Silvio Berlusconi presentando la legge delega insieme al ministro dell'Istruzione, Letizia Moratti. Tradotto significa che dall'anno scolastico 2003-2004 si partirà solo con l'anticipo delle iscrizioni per le elementari (prevista una circolare a giorni per la riapertrura dei termini, per i nati entro il 28 febbraio) e solo per 80 mila bambini, e con la figura del "maestro prevalente" in prima e seconda. I soldi disponibili sono quelli che il Ministero ha in bilancio dopo il taglio (14%) imposto dal ministro Tremonti con il decreto taglia spese. "Abbiamo 12 milioni e 700 mila euro per quest'anno, 45,8 per il prossimo, 66,1 per il 2005 - dice il ministro Moratti - per l'attuazione del resto della riforma ricorreremo a decreti che avranno indicata, nel caso prevedano maggiore spesa, la copertura. Per l'emissione dei decreti abbiamo tempo 2 anni. In più entro 90 giorni dall'entrata in vigore della legge dovremo sottoporre al governo il piano finanziario della riforma, con indicate le voci, gli importi". E i tagli per far quadrare i conti. "Per quanto riguarda l'anticipo della scuola d'infanzia - spiega il ministro Moratti - dovremo attendere l'esito degli incontri con i Comuni, da cui dipendono le scuole". Insomma, è rinviato. Berlusconi parla della propria soddisfazione per una riforma che arriva ottanta anni dopo quella di Gentile, dopo 34 tentativi andati a vuoto. "Una delle 24 riforme previste nel programma della Casa delle libertà". "Sì la Casa delle libertà è stata compatta su questa legge -- dice Letizia Moratti - ognuno ha dovuto rinunciare a qualcosa, ma alla fine sono stati tutti d'accordo". E quelli che non sono andati in aula la settimana scorsa e hanno impedito l'approvazione del testo? Per loro c'è una battuta del presidente del Consiglio: "Anche a scuola c'erano quelli bravi che stavano in classe e quelli che stavano in bagno in attesa della fine delle interrogazioni. Ecco, lasciamo spazio ai frequentatori delle toilette scolastiche". Letizia Moratti spiega come la scuola che verrà invertirà i ruoli istituendo una scuola per la persona, dal nozionismo si passerà al "sapere, saper fare, saper essere". A chi chiede se è vero che l'obbligo diminuisce viene risposto che ora c'è il "diritto-dovere all'istruzione elevato fino a 18 anni, quindi si arriva a 12 anni rispetto agli otto attuali". Ma è vero che il primo titolo di studio arriva alla fine del primo ciclo (elementari più medie) quando è obbligo scegliere fra licei (otto quelli previsti) o istruzione professionale, e quando gli alunni hanno 13 anni e mezzo o 14 a seconda se hanno anticipato o meno l'iscrizione. Alessandro Cecioni