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Libertà: Ritorno al passato

A quando pennino e calamaio?

29/08/2008
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Libertà

di DANIELE NOVARA

Aveva iniziato due anni fa il Ministro della Pubblica Istruzione Fioroni ripristinando gli esami di riparazione a settembre. Da allora è stato tutto un proluvio di proposte sotto il segno del rewind, cioè del ritorno al passato. Ripristinato il 5 in condotta con bocciatura alle Superiori, è di quest'estate la proposta ministeriale del grembiulino alle Elementari. Il grembiulino ha creato l'entusiasmo di tanti opinion leaders… in realtà tra gli addetti ai lavori -quasi mai interpellati - l'entusiasmo non sembra proprio alle stelle. Da un lato, il grembiulino obbligatorio provoca un'ulteriore spesa alle già esangui casse dei genitori perché ne saranno necessari almeno duo o tre che ogni anno andranno cambiati per ovvi motivi di altezza e di sviluppo infantile. Dall'altro, sarebbe decisamente meglio emanare disposizioni chiare sull'austerità dell'abbigliamento a scuola, per tenere a bada le espressioni eccessive, sia narcisistiche che esibizionistiche.
In attesa della proposta di reintroduzione del pennino col calamaio sui banchi scolastici, ritengo che la scuola italiana necessiti di ben altra attenzione che non la ricerca ossessiva di scorciatoie più o meno suggestive sotto il profilo mediatico.

Fra i tanti interventi che si possono mettere in campo per cercare di alleviare, non certo di risolvere, la crisi della scuola, che è anzitutto una crisi di legittimità sociale e non una crisi puramente tecnica, mi permetto di avanzare due suggerimenti:

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Fra i tanti interventi che si possono mettere in campo per cercare di alleviare, non certo di risolvere, la crisi della scuola, che è anzitutto una crisi di legittimità sociale e non una crisi puramente tecnica, mi permetto di avanzare due suggerimenti:
1. un piano nazionale di formazione e riqualificazione professionale per incrementare la capacità di gestione della classe come gruppo, dal punto di vista delle dinamiche socio-relazionali e affettive. Un insegnante può essere bravissimo nella propria materia, ma se non sa gestire la classe non favorisce veri processi di apprendimento;
2. passare da un orario di lavoro basato sulla presenza in aula a un orario di lavoro come monte-ore complessivo che l'insegnante deve mantenere nell'ambito delle proprie funzioni, ossia equiparare l'attività di presenza in aula con l'attività di predisposizione, di preparazione, di equipe e quant'altro. Si tratta di riconoscere una funzione pedagogica complessiva che va oltre il puro e semplice lavoro in classe.
Responsabilità, serietà, costanza nell'impegno sono valori che la scuola, seppur in controtendenza, deve coltivare. Ma dubito fortemente che il solo ritorno al passato risolva i problemi che il passato stesso ha creato.
Daniele Novara


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