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Libertà-Riforma rischiosa

La possibilità di anticipare l'iscrizione alla scuola materna ed elementare prevista dalla riforma disegnata dal ministro Moratti pone diversi dubbi e perplessità. Alcuni riguardano aspett...

31/08/2002
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Libertà

La possibilità di anticipare l'iscrizione alla scuola materna ed elementare prevista dalla riforma disegnata dal ministro Moratti pone diversi dubbi e perplessità. Alcuni riguardano aspetti logistici e organizzativi ed altri, ancor più preoccupanti, aspetti educativi e pedagogici. Per i primi è sorprendente che a pochi giorni dall'avvio dell'anno scolastico ancora non siano state individuate le scuole interessate. E' sorprendente e preoccupante anzitutto per le famiglie ma anche per gli Enti come il Comune (che deve provvedere a locali, arredi, trasporto, mense). Nessuno ad esempio ha verificato se le scuole potenzialmente interessate possano accogliere un maggior numero di alunni. Esiste una normativa specifica che definisce il rapporto fra spazi scolastici ed alunni. Esistono regole e procedure da rispettare legate alla prevenzione incendi, alla sicurezza' ed è impensabile assumere decisioni, anche solo in via sperimentale, senza tenerne conto. Ma ancora più rilevanti, anche interpretando pensieri, riflessioni umori di responsabili, operatori ed educatori sono i problemi che si pongono ai servizi dell'infanzia ed ai bambini. La sensazione, tanto per anticipare in sintesi il pensiero, è che si sia dato maggior peso all'architettura del disegno istituzionale e meno alla valutazione dei reali bisogni dei bambini. Ecco alcune considerazioni che chi vuole questa riforma non può eludere e sulle quali prima o poi dovrà pronunciarsi. Alla base del disegno vi sono un'idea, un pensiero, un atto di cultura, oppure tutto l'impianto è retto, come sembra di capire, dalla fretta di riformare, dalla scelta di farlo a costo zero, dalla ricerca "di un anno da tagliare". Prendiamo un aspetto dell'anticipo, l'ingresso dei bambini di due anni e mezzo alla scuola materna. Ci saranno sezioni con 25 o 28 bambini di due anni e mezzo? Nel nido il rapporto bambini/educatore è inferiore, adatto all'età; nella scuola materna rimarrà l'attuale rapporto numerico (1 a 25 o 1 a 28 per gran parte della giornata) anche in presenza di bambini di 2 anni e mezzo? In tal caso c'è il rischio concreto che la scuola materna non riesca a garantire neppure livelli accettabili non solo di attività didattica, ma addirittura di assistenza adeguata e attenta alle esigenze dei bambini. C'è da tenere conto che l'attuale organizzazione scolastica della Materna basata su un rapporto docente/bambino di 1 a 28 e i tempi ridotti di presenza contemporanea degli insegnanti è un punto di criticità più volte segnalato, anche in rapporto all'attuale utenza di 3-6 anni. Come si può sostenere che le cose non peggioreranno con l'arrivo di bambini più piccoli e meno autonomi? E ancora: laddove ci sono state esperienze precoci di inserimento presso le scuole materne (generalmente gestite da Comuni), esse sono state preparate con formazione del personale e cambiamenti sul piano organizzativo. Una innovazione di tale portata non può essere improvvisata, a costo zero, senza prevedere un'adeguata preparazione. Il rischio è che tutto il sistema formativo 0-6 anni sia risucchiato in una dimensione assistenzialistica e di 'custodia' di antica memoria, dalla quale solo anni di appassionato lavoro sembravano averlo emancipato. * Dirigente Servizio formazione del Comune di Piacenza di GIORGIO PRATI*



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